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Amazon ci “traccerà il sonno” con un radar nei nuovi Echo: quali vantaggi e quali rischi

Riprenderanno una vecchia intuizione di Google che già da qualche tempo sta cercando di monitorare il sonno delle persone. 

I “radar” si possono posizionare tranquillamente su un comodino oppure sul tavolo (by Adobestock)

Amazon si è messa al lavoro per potenziare i suoi dispositivi della gamma Echo, che ricalcano un progetto ideato qualche tempo fa da Google per tenere sotto controllo il sonno passivo delle persone. Il colosso di Mountain View difatti aveva introdotto di recente una seconda generazione di display con sensore per monitorare il sonno senza esser costretti a far ricorso a videocamere o ad altri dispositivi indossabili.

La nuova tecnologia creata faceva affidamento su alcuni radar che consentono di riconoscere i movimenti e la posizione delle persone. Per questo venivano appoggiati di solito in camera da letto, sul comodino, da dove potevano agire con maggior facilità e rilevare il sonno della persona sdraiata a fianco per analizzarne i comportamenti tenuti mentre è addormentata (ma anche le variazioni di temperatura della stanza, il cambio di illuminazione, il respiro ed altri dati utili di questo tipo).

Nel caso di Google il dispositivo di cui stiamo parlando si chiama Nest Hub, oggi invece Amazon prova a fargli concorrenza e per questo motivo ha appena pensato bene di chiedere una deroga presso l’ istituto FCC (Federal Communications Commission) per poter sfruttare anch’essa, per le proprie apparecchiature prossime venture, gli stessi radar, che allo stato attuale operano alle frequenze di 60 GHz (ma potrebbero subire presto delle lievi alterazioni).

Amazon terrà il nostro sonno sotto controllo: è davvero utile?

I dispositivi Echo di Amazon serviranno a monitorare il sonno (by Adobestock)

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Dunque Amazon entrerà nelle nostre case cercando di mettere in pratica un nuovo sistema di monitoraggio del sonno che, come quelli già sperimentati da Google, non richiede che la persona indossi un dispositivo “fisico” nel momento esatto in cui decide di andare a dormire, bensì ne sfrutta alcuni di più “statici”: è il caso dei marchingegni che compongono l’avveniristica gamma Echo, che se ben “tollerati” potrebbero apportare notevoli benefici, in futuro, anche in individui con gravi disabilità motorie o cognitive.

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Prima però di allargarne l’uso in altri campi, tornando al settore specifico per cui sono stati pensati (e cioè quello del “sonno”) Amazon non ha mai negato di aver tratto deliberatamente ispirazione dai prodotti Google Nest Hub, facendo riferimento in particolar modo al radar di Pixel 4 che è in grado di “sentire” da lontano i movimenti senza che per questo le persone coinvolte debbano necessariamente mantenere un contatto fisico coi dispositivi.

 

Giuseppe D'Amato

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