Covid e Green Pass: come cambiano le regole per essere più liberi?

A causa della tremenda diffusione della variante Delta del covid, che ha fatto rialzare i contagi dopo mesi in cui la situazione sembrava tutto sommato tranquilla, potrebbe cambiare il Green Pass.

Green Pass covid: come cambierà? (Foto Repubblica)
Green Pass covid: come cambierà? Le ultime (Foto Repubblica)

Il governo è al lavoro su alcune modifiche del certificato vaccinale, “spinto” anche dalla decisione, per certi versi inattesa, del presidente francese Macron di estendere lo stesso pass a numerose realtà come centri commerciali, ristoranti e bar, giusto per citare i primi esempi che ci vengono in mente. Potrebbe accadere qualcosa di simile in Italia? Al momento è difficile prevederlo fatto che sta i casi, come detto sopra, sono tornati a crescere, e nel contempo la campagna vaccinale sta registrando una sorta di “stanchezza” dopo il boom dei primi mesi: il governo vuole quindi intervenire con nuove misure. Ad oggi la soluzione del Green Pass alla francese, esteso anche a viaggi in treno e aereo, è decisamente drastica, ma appare l’unica soluzione per non dover di nuovo richiudere il Paese, con tutto ciò che ne consegue a livello sociale ed economico.

Green Pass e covid: modifiche in arrivo? (Foto Gds)
Green Pass e covid: modifiche in arrivo? Quello che sappiamo (Foto Gds)

GREEN PASS E COVID, MODIFICHE IN ARRIVO? FRA CONTENIMENTO DEL VIRUS E LIBERTA’

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Del resto il Green Pass non obbliga alla vaccinazione, in quanto il nocciolo duro dei No Vax potrebbe semplicemente sottoporsi ad un tampone che attesti la negatività ogni qual volta volesse effettuare determinate operazioni. Si tratta ovviamente di un’azione scomoda, ma tra lo spettro di nuove chiusure e un tampone anti covid, senza dubbio sembra migliore la seconda opzione. Del resto il governo di Mario Draghi non sembra intenzionato a rendere obbligatorio il vaccino per tutti, ad eccezione del personale sanitario e qualcosa si sta muovendo anche per quanto riguarda il personale scolastico alla luce dei circa 215 mila docenti che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose.

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Una soluzione va però trovata in tempi brevi, proprio in ottica della riapertura delle scuole per il prossimo mese di settembre, fra meno di 60 giorni, e per scongiurare di dover richiudere nuovamente le attività, a cominciare proprio dai già citati sopra ristoranti e bar, senza dimenticarsi di piscine, palestre e cinema, fra le realtà commerciali maggiormente falcidiate dal covid. Del resto, se è vero che la maggior parte degli infettati con la Delta non risulta essere grave, è anche vero, come ci ripetono gli esperti, che più il virus circola e più questo muta, di conseguenza è come un gatto che si morde la coda ed è sempre meglio, in ogni caso, mantenere i contagi a livello basso e tracciabile. In attesa di capire come evolverà la vicenda la politica si è già espressa sul tema, fra chi sembra sposare il modello rigido, in particolare Italia Viva di Renzi, e chi invece boccia in toto queste misure drastiche, a cominciare dalla Lega di Salvini e da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni: staremo a vedere a breve come finirà.

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