Quei libri di Asimov non erano solo fantascienza: sempre più mansioni umane passano ai robot, ecco l’ultimo eclatante caso

Vuoi per la mancanza di personale, vuoi perché alcune aziende vanno in difficoltà quando la loro richiesta si trasforma in un lavoro indesiderato per molti, dagli Stati Uniti arriva un altro caso che rende reale ciò che per Isaac Isamov era una fantascienza da libri.

KettyBot, uno dei prodotti di American Robotech (American Robotech)
KettyBot, uno dei prodotti di American Robotech (American Robotech)

Sempre più mansioni una volta adibite agli umani diventano lavoro da robot. Così, dopo i primi test di Singapore per robot-poliziotti nati per controllare assembramenti e comportamenti sociali indesiderati, è il turno di robot-camerieri.

Accade in Texas. Il ristorante La Duni di Dallas ci prova con annunci e passaparola ma non c’è niente da fare, non riesce proprio a trovare camerieri, così balena una brillante idea, quella di assumere robot. “Nessuno vuole lavorare ai tavoli” l’amara costatazione di Espartaco Borga, proprietario del locale.

I costi di gestione di un robot-cameriere sono più convenienti

La visione di PudoBot, uno dei prodotti American Robotech (American Robotech)
La visione di PudoBot, uno dei prodotti American Robotech (American Robotech)

In tempo di pandemia non certo un’eccezione. “Ci sono state delle giornate in cui ho avuto il locale pieno in ogni ordine di posto – continua Borga sempre in un’intervista alla CNN – ma con un terzo dei camerieri che mi sarebbero serviti. Una situazione estremamente frustrante, sia per i lavoratori sia per i clienti”. Così Borga tenta il tutto per tutto. E dà una svolta alla situazione, trovando ciò che in epoca ante Covid-19 avrebbe provocato un vespaio di polemiche per la preferenza dei robot agli umani. “Sono andato nella sede di American Robotech – racconta – il giorno sono venuti i loro tecnici al ristorante, hanno mappato l’ambiente, hanno assegnato i numeri ai tavoli secondo una loro logica e, appena 45 minuti dopo il loro ingresso, i robot stavano già lavorando”

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Robot-camerieri, dunque: instancabili, silenziosi e obbedienti: gestiscono gli ordini tramite touchscreen, portano i piatti al tavolo e hanno una loro personalità. All’occorrenza cantano perfino: “Happy Birthday”. Nessun episodio spiacevole per i clienti. “I robot camerieri non vengono considerati dei tablet su ruote – rimarca Borga – ma piuttosto come parte dell’esperienza al locale, visto che questi robot hanno una personalità e possono interagire con i clienti”.

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Espartaco Borga non solo ha trovato la soluzione ottimale per il suo locale. Ci ha perfino guadagnato: due volte. In primis perché i robot sono un veicolo pubblicitario non indifferente, che attira clienti nel locale anche solo per curiosità. Ma soprattutto, sono convenienti. Certo, bisogna ammortizzare la spesa iniziale dei robot, ma i costi di gestione sono però molto più bassi rispetto ad un cameriere in carne ed ossa. Espartaco Borga racconta che ogni robot gli costa circa 15 dollari al giorno, cioè molto meno rispetto alla paga giornaliera di un cameriere. Tant’è. Chissà se l’esempio di Dallas non possa in un certo qual modo svegliare quelle persone che rifiutano lavori indesiderati.

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