Sebbene gli ultimi dati riguardanti il 5G evidenzino una copertura che ha raggiunto soltanto il 95% della popolazione italiana, oltre 7.500 comuni italiani, ma una tecnologia ancora a macchia di leopardo e per niente uniforme nonostante una differenza di appena qualche centinaia di metri, gli standard che definiscono quinta generazione potrebbe a breve portare a una svolta.
Già, Vodafone e il San Raffaele stanno sperimentando direttamente in corsia la reale potenza del 5G abbinata a dei software in realtà aumentata, con una serie di test, nello specifico e attualmente, per la riparazione della valvola mitrale per via percutanea.
“Il sistema – si legge direttamente sul Corsera – si basa sul proctoring, ovvero il supporto fornito dalle aziende medicali ai medici in sala operatoria per l’apprendimento di nuove pratiche chirurgiche ma anche la supervisione e l’assistenza durante l’impianto di nuovi dispositivi”.
Il 5G e una uova frontiera: la chirurgia da remoto
La nuova sperimentazione e il connubio fra Vodafone 5G e l’Istituto scientifico universitario San Raffaele, uno degli ospedali a cavallo fra Segrate e Milano, ma più in generale uno dei migliori in Europa, se non nel mondo, ha un obiettivo ben preciso, sempre che questi test diano le risposte auspicate: operare a distanza, senza che il medico sia presente.
La chirurgia da remoto è una delle più affascinanti frontiere della medicina e ora sta diventando sempre più realtà, per questo sarà importantissime le risposte dati dall’esperimento del dinamico duo: Vodafone Italia-San Raffaele. Ma come operare da remoto?
In primis la connessione dovrà essere ultrarapida se l’esperimento in atto andrà in porto: ci vorranno visori per la realtà mista e software specifici, come quello sviluppato da Artiness, con l’ausilio della telco, in modo tale che il proctoring diventi remote proctoring. Che visualizza le immagini, un’interazione disponibile anche a distanza. “La velocità e la bassa latenza dell’edge computing 5G Vodafone – come si legge sul Corsera – gli permettono infatti di seguire l’operazione dando poi indicazioni e consigli a chi si trova fisicamente in sala, guidandolo passo dopo passo come se fossero tutti presenti”.
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“Fieri di contribuire concretamente allo sviluppo e all’applicazione di una tale innovazione grazie ai nostri partner”. Paolo Denti gonfia il petto: “Il progetto – asserisce il Principal Investigator dello studio e cardiochirurgo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele – è un’ulteriore testimonianza della vocazione del San Raffaele all’innovazione e al trasferimento tecnologico”.
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Sabrina Baggioni, invece, fa un passo indietro, rivelando la miccia che ha fatto esplodere la suggestiva idea. “Due anni grazie alla rete 5G Vodafone realizzammo da remoto un intervento di microchirurgia laser su un modello di laringe sintetica – spiega la direttore programma 5G di Vodafone Italia – fu un’operazione che ci permise di intravedere quanto straordinario potesse essere il futuro della sanità, grazie alle potenzialità delle reti mobili di quinta generazione”. Non resta che attendere, dunque, sia l’importantissimo esperimento, sia la completa copertura del 5G.