Ti è arrivata questa notifica da Facebook? Stai attento potresti aver subito un hackeraggio sul tuo account

Mark Zuckerberg all’attacco contro i cyber mercenari. Sette aziende bandite da Facebook, Instagram e WhatsApp, più di millecinquecento account sospesi, la maggior parte falsi. Nel mirino persone di oltre 100 Paesi.

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Facebook, attenzione a quel messaggio… (Adobe Stock)

Sono solo alcune delle ripercussioni di Meta dopo un’indagine che ha indotto l’impresa statunitense che controlla i servizi di rete sociale Facebook e Instagram, il servizio di messaggistica istantanea WhatsApp e Messenger, a fare delle contromosse.

Meta si sente spiata, nonostante le smentite da parte delle organizzazioni bandite. Queste società di “sorveglianza su commissione” erano collegate, secondo Meta, a circa 1.500 account su Facebook e Instagram che venivano utilizzati per raccogliere informazioni sulle persone e cercare di indurle a consegnare informazioni personali sensibili, in modo che le aziende potessero installare spyware sui loro dispositivi, secondo un rapporto pubblicato in settimana da Meta stessa.

I social di Meta utilizzati per ingannare gli utenti

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I social media di Meta usati come “cavalli di Troia” – Adobe Stock

Ci si affida a reti di account falsi sulle nostre piattaforme che vengono utilizzate per ingannare gli utenti e fuorviarli“. Nathaniel Gleicher non ha dubbi dopo la chiusura dell’indagine di Meta. “L’obiettivo – continua il capo della politica di sicurezza di Meta, in uno stralcio di un’intervista rilasciata a NPR – è quello di spiare le persone o curiosare su di loro senza che loro lo sappiano“. Sempre secondo Meta, alcune aziende avrebbero anche utilizzato WhatsApp per infettare gli smartphone con malware. La sorveglianza è stata effettuata anche su altri servizi Internet, da email e sms a Twitter e YouTube.

Il team di Gleicher ha trascorso mesi a indagare sull’attività di sorveglianza prima di intraprendere azioni contro le sette società per violazione degli standard della community e dei termini di servizio di Meta. Quattro delle aziende hanno sede in Israele e le altre tre in Cina, India e Macedonia del Nord.

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L’israeliana NSO (già denunciata da Apple e indiziata numero uno dell’esplosione di Pegasus) è in prima fila. Ma ci sono anche Cognyte e Cobwebs Technologies, Bluehawk, l’indiana BellTroX e l’europea Cytrox, compresa Black Cube. Che avrebbe creato account falsi spacciandosi per studenti laureati, operatori dei diritti umani e produttori cinematografici e televisivi, cercando di impostare telefonate e ottenere indirizzi e-mail per una vasta gamma di obiettivi: da attivisti palestinesi a persone che lavorano nel settore medico, minerario e non profit, organizzazioni coinvolte nei settori tecnologico, finanziario, immobiliare e dei media in Russia.

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Black Cube non effettua alcun phishing o hacking e non opera nel mondo cibernetico“. La secca smentita, che non ha per niente convinto Meta. Che sta informando circa 50.000 persone che ritiene siano state prese di mira e ha condiviso i suoi risultati con ricercatori sulla sicurezza, altre aziende tecnologiche e responsabili politici.

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