La NASA assume 24 preti per un progetto esclusivo: di cosa si tratta?

AAA cercasi 24 preti. No, non è l’annuncio di una parrocchia rimasta sguarnita, bensì della Nasa, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti nonché la più conosciuta al mondo. La notizia è riportata dal tabloid inglese Daily Mail, e racconta appunto di questo progetto esclusivo tutto americano, finanziato già da 7 anni a questa parte, dal 2014, con un milione di euro, e con l’obiettivo di testare l’effetto degli alieni sugli essere umani.

La Nasa e i preti, 30/12/2021 - Computermagazine.it
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Il progetto è legato al CTI (Center for Theological Enquiry) dell’Università di Princeton in New Jersey, e fra i preti coinvolti vi è anche Andrew Davison, sacerdote e teologo dell’Università di Cambridge con un dottorato in biochimica ad Oxford: “siamo sempre più vicini a trovare la vita su altri pianeti”, ha spiegato l’uomo di Chiesa, rivolgendosi al quotidiano inglese. “Le diverse religioni del pianeta terra possono fornire un grande contributo in termini di comprensione di fronte alla possibilità di scoprire vite aliene su altri pianeti”, ha aggiunto Davison, mentre il Mail precisa: “La Nasa avrebbe avuto necessità da parecchio tempo di imbastire possibili scenari sulle “implicazioni sociale dell’astrobiologia” (…) Anche le persone non religiose non sono comunque da meno e forse stanno sovrastimando di più, ad esempio rispetti ai cristiani statunitensi, la sfida anche solo spirituale e mentale della presenza di vita aliena oltre il pianeta terra”.

La Nasa e i preti, 30/12/2021 - Computermagazine.it
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LA NASA E IL PROGETTO ESCLUSIVO CON 24 PRETI: ECCO DI COSA SI TRATTA, I DETTAGLI

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Secondo alcuni studi e alcuni sondaggi, i cristiani residenti negli Stati Uniti sarebbero meno propensi a credere nell’esistenza della vita su altri pianeti, di conseguenza si è cercato di arruolare un esercito di preti per provare a diffondere una sorta di “verbo alieno”. Duilia de Mello, astronomo e professore di fisica all’Università Cattolica, ha spiegato di avere diversi seminaristi nelle sue classi, che spesso e volentieri sollevano delle questioni teoriche sulla vita intelligente oltre la Terra: “Se siamo i prodotti della creazione, perché non potremmo avere vita che si evolve anche in altri pianeti? Non c’è niente che dica il contrario”, le parole di de Mello al Washington Post nel mese di agosto. La Chiesa si era espressa sull’argomento già nel 2008, quando il capo astronomo del Vaticano aveva spiegato che non vi era alcun conflitto fra l’essere credenti in Dio e la possibilità dell’esistenza di alieni, magari più evoluti dell’uomo.

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“Secondo me questa possibilità (di vita su altri pianeti) esiste” ha spiegato il reverendo Jose Gabriel Funes, sacerdote gesuita di 45 anni, a capo della Specola Vaticana e consigliere scientifico di Papa Benedetto. “Come possiamo escludere che la vita si sia sviluppata altrove”, le sue parole all’Osservatore Romano. E rispondendo poi alla domanda circa la possibilità di essere evoluti al di fuori di noi stessi ha replicato: “Certamente, in un universo così grande non si può escludere questa ipotesi”. Ovviamente non mancano i teologi che la pensano diversamente, come ad esempio Albert Mohler, presidente del Southern Baptist Theological Seminary: “Non abbiamo motivo di credere che ci sia un’altra storia là fuori. Non c’è nulla nelle Scritture che dica che non ci possa essere qualche forma di vita da qualche parte. Ma quello che ci viene detto è che il cosmo è stato creato affinché su questo pianeta Gesù Cristo, nello spazio e nel tempo e nella storia, venisse a salvare l’umanità peccatrice”.

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