L’impressionante eruzione del vulcano sottomarino Tonga: webcam e immagini satellitari hanno ripreso lo spettacolo

Il Regno di Tonga, è stato teatro di un impressionante eruzione vulcanica. A pochi chilometri da una delle isole dello Stato insulare, l’Isola del Falco, è localizzato un vulcano sottomarino che ha causato la fuoriuscita di gas e cenere per oltre 20 chilometri di altezza. L’ultima eruzione registrata era avvenuta nel 2014.

Il Regno di Tonga, situato in Oceania, è composto da 169 isole, di cui 39 abitate. Una di questa è l’Isola del Falco, (Fonuafo’Ou in lingua locale). A 30 chilometri a Sud-Est dell’isola si trova il vulcano di Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, che con la sua eruzione ha creato distruzione ed un allarme per le conseguenze.

Il vulcano, la cui ultima eruzione risaliva al 2014, è stato protagonista di molti fenomeni eruttivi anche nella storia recente. Si annoverano eruzioni nel 1912, nel 1937 e nel 1988. Secondo gli esperti però l’ultima è stata l’eruzione più forte degli ultimi 30 anni, non solo per l’Hunga Tonga, ma per qualsiasi altro vulcano.

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L’energia sprigionata è stata tale da distruggere un’intera isola; il vulcano sottomarino infatti, negli eventi eruttivi precedenti, aveva formato un’isola coi materiali fuoriusciti. Ad oggi però, dopo i recenti avvenimenti, è tornato ad essere un vulcano sottomarino avendo spazzato via tutti i materiali accumulati.

La fuoriuscita di gas, cenere e lapilli è arrivata all’altezza di 20 chilometri; ogni forma di ricognizione aerea infatti è stata impossibile. Le uniche immagini impressionanti degli effetti dell’esplosione sono visibili dal satelliti, che rendono possibile vedere l’immensa colonna di fumo ghermire l’atmosfera.

Le conseguenze dell’esplosione di Hunga Tonga

Vulcano
L’eruzione vulcanica, la più potente degli ultimi 30 anni, ha scagliato materiali ad un’altezza di 20 chilometri – CompuerMagazine.it

L’allarme resta alto per le possibili conseguenze della potente esplosione, che è stata udita anche nelle isole Fiji, a 800 chilometri di distanza. Il principale fattore di allerta è ovviamente il rischio tsunami, che potrebbe causare una reazione a catena nei Paesi che si affacciano sul Pacifico.

Ad oggi il livello del mare non ha mostrato variazioni preoccupanti: sulle coste degli Stati uniti sono state rilevate variazioni di appena 45 centimetri. Per quanto riguarda il Giappone, sono state rilevate onde fino a 3 metri di altezza. Un fenomeno non preoccupante ma che non deve indurre ad abbassare la guardia.

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Intanto però il Regno di Tonga è in allarme. Nonostante non si siano registrate vittime, gli abitanti si sono ritirati sulle montagne, proprio per il rischio di onde anomale. L’esplosione ha anche bloccato le comunicazioni con l’isola, che non ha più accesso alla rete internet (se non quella locale).

I rischi per gli abitanti sono molteplici; si teme infatti che possano venire a mancare generi di prima necessità ed addirittura l’acqua potabile. I soccorsi e l’invio di aiuti sono al momento bloccati, in quanto le condizioni atmosferiche causate dall’eruzione non permettono l’atterraggio di aerei.

Altro pericolo è quello per gli effetti sulla salute delle ceneri vulcaniche; infatti la nube di zolfo e ceneri è altamente tossica e rende indispensabile l’utilizzo di mascherine per evitare l’avvelenamento.

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