Il meglio del linguaggio online in poche parole chiave: da Fomo, BAE a Ghostato

Avete presente quando vostro figlio di appena 9 anni vi si avvicina, vi dice una cosa assolutamente non vera, voi ci credete, e lui vi risponde ridendovi in faccia “Mamma ti ho trollato”. Un termine, “trollare”, che di suo potrebbe significare tutto e niente, ma che nell’era del linguaggio delle relazioni online significa “ti ho preso in giro”.

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Nuovi linguaggi in corso nell’era dei videogiochi e dell’online – Adobe Stock

Da restarci secchi, soprattutto per chi come gli esponenti della generazione X, quella che è cresciuta con il Commodore 64 ed il modem a 56k, per intenderci, insomma per quei poveri cinquantenni di oggi che non hanno proprio idea di cosa vogliano dire certe parole.

O meglio, ci si può arrivare, in alcuni casi. Ma in altri veramente si fa fatica! Shoppare… intuitivamente significa “fare shopping”, ma si è scoperto che è uno shopping che si perpetra sui giochini online e sulle applicazioni che offrono servizi a pagamento tramite App Store o Play Store. E magari fosse tutto qua…

Da “killare” a “ghostare”, passando per i “geek”, ecco le parole più strambe del momento

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Giovani e nuovi linguaggi – Adobe Stock

Ti metti ad esempio a giocare online a uno di quei giochi sparatutto, e vieni “killato”… ovviamente dall’inglese “to kill”, uccidere. Ma essere ucciso non è proprio il top, e allora ecco che nasce “killare”.

La tua ragazza ti lascia all’improvviso: sei stato “ghostato”, ovvero lei è sparita senza lasciare traccia, perché sei un “geek”, un asociale nella nuova terminologia. E di certo non piaci a nessuno.

Insomma ce ne è per tutti i gusti, più o meno opinabili, di queste parole che ormai fanno parte del linguaggio comune dei giovani che sempre più spesso passano la maggior parte del loro tempo, dove queste terminologie la fanno da padrone sia perché “fanno perdere meno tempo” sia perché “fa cool“. “Cool”, nella fattispecie, sta per “figo”: quindi “fa cool” significa che “fa figo” parlare in un certo modo.

Certo è che il piacere della lingua italiana si è andato abbastanza perdendo, si potrebbe ipotizzare addirittura che preferiremmo parlare nei vari dialetti regionali che caratterizzano questa o l’altra città d’Italia, azzardiamo anche un “preferiamo il romanesco“.

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E’ però vero anche che pure i cinquantenni di oggi avevano il loro linguaggio tutto particolare ai tempi d’oro delle sale giochi e delle prime PlayStation, e che in qualche modo sono sopravvissuti. E sicuramente sopravvivremo anche a questa ondata di “shoppate” e di “killamenti” da parte dei nostri figli!

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