La AI di Google (DeepMind) ha ricostruito in 3D tutte le proteine esistenti: un aiuto incredibile per i biologi e non solo

E’ un database da 200 milioni di strutture proteiche tridimensionali quello creato da DeepMind, società che fa capo al colosso di Mountain View Google, grazie al quale studiosi e ricercatori da tutto il mondo possono approfondire le analisi biologiche sulle interazioni tra le catene di aminoacidi. Scopriamo i dettagli.

DataBase AlphaFold Google ComputerMagazine.it 1 Agosto 2022
Il database creato dalla società londinese DeepMind contiene 200 milioni di strutture proteiche tridimensionali – ComputerMagazine.it

Studi, ricerche ed analisi nell’ambito della biologia si trovano oggi ad un vero e proprio punto di svolta: perché, grazie all’intelligenza artificiale ed alla società londinese DeepMind di Google, è ora possibile attingere ad un database che mette a disposizione tutte le strutture di proteine di animali, vegetali, batteri e funghi esistenti al mondo.

Il programma denominato “AlphaFold” della società londinese, che si basa sulle tecnologie dell’intelligenza artificiale e del machine learning, venne lanciato al termine dell’anno 2020 e già l’anno successivo giunse al risultato stupefacente della mappatura di tutte le 20 mila proteine codificate dal DNA umano.

Nello stesso anno, la società annunciò di aver prodotto un milione di strutture proteiche per approfondire lo studio del funzionamento e delle interazioni tra le catene di aminoacidi ed ora, in appena dodici mesi circa di sviluppo, il numero di strutture è giunto a 200 milioni.

L’utilizzo del database da parte dei ricercatori e le conseguenze nel mondo scientifico

AlphaFold Google ComputerMagazine.it 1 Agosto 2022
Un rappresentazione tridimensionale di una proteina realizzata dal sistema AI di AlphaFold – ComputerMagazine.it

Negli ultimi dodici mesi circa, il database del programma AlphaFold di DeepMind è stato utilizzato da circa 500 mila ricercatori in tutto il mondo, che hanno potuto evitare il processo di ricostruzione delle configurazioni 3D delle catene degli aminoacidi (che, con le tecniche utilizzate fino ad ora, spesso richiedeva anche anni di lavoro).

Il numero di studiosi e ricercatori che attingeranno al database, tuttavia, è senz’altro destinato ad aumentare, così come il numero ed il tipo di ricerche che verranno avviate grazie all’enorme mole di materiale messo a disposizione.

Tra le conseguenze principali in ambito scientifico, il database potrà consentire di accelerare i processi di indagine relativi agli studi sulla cura delle malattie, come ad esempio la malaria, sulla resistenza dei batteri ad alcune tipologie di antibiotici ed allo sviluppo di soluzioni per lo smaltimento di rifiuti plastici.

 

? FONTE: www.corriere.it

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