Negli Stati Uniti d’America, la società Meta è accusata di aver compiuto azioni che avrebbero violato la privacy relativa ai dati sanitari di utenti di Facebook senza il loro consenso, attraverso il software di monitoraggio analitico Pixel con cui sviluppatori e gestori di siti web tracciano le attività svolte dai loro utenti e visitatori. Scopriamo i dettagli.
L’accusa delle due azioni legali collettive avanzate negli Stati Uniti nei confronti di Meta è di aver violato leggi che regolano le modalità di produzione e di condivisione di dati sanitari personali all’interno del territorio nazionale, come il California Invasion of Privacy Act e l’HIPAA.
E’ stato il sito web The Verge a pubblicare il deposito delle azioni che, nello specifico, accusano l’azione svolta dal software di monitoraggio analitico Pixel della società – con cui sviluppatori e gestori di siti web tracciano le attività svolte dagli utenti e visitatori dei loro portali e delle loro applicazioni – di non aver rispettato le normative vigenti e, dunque, di aver violato la privacy di utenti di Facebook non consensuali.
Il software, infatti, tracciando la navigazione degli utenti su siti web di strutture sanitarie, di ospedali e di cliniche mediche, avrebbe secondo l’accusa aggregato dati sensibili degli utenti senza il loro consenso esplicito e sarebbe così andato in contrasto con la legge di tutela della privacy medica statunitense HIPAA.
I dati depositati a sostegno dell’accusa e la richiesta del risarcimento danni
Come riportato da The Verge, Meta sarebbe al corrente che il software di Pixel può raccogliere in modo illegittimo dati sensibili ed informazioni personali dei propri utenti in ambito medico-sanitario e che, nonostante ciò, non preveda l’obbligo da parte delle realtà sanitarie che lo utilizzano di dimostrare l’ottenimento del consenso informato dei propri pazienti durante la navigazione sui propri portali.
Secondo l’organizzazione statunitense no-profit The Markup, un terzo dei più importanti ospedali degli Stati Uniti utilizza Pixel sui propri siti web e ci sarebbe evidenza che in sette ospedali sia stato installato sui portali sviluppati per i pazienti con accesso personale attraverso credenziali univoche come nome utente e password.
Inoltre, sarebbero almeno 664 i fornitori di materiali e prodotti sanitari che avrebbero condiviso con Facebook informazioni mediche personali attraverso il software, stando a quanto riportato da una delle due azioni legali avanzate, depositata lo scorso mese di Giugno.
FONTE: www.ansa.it