Android TV soppiantato da Google? La svolta è decisiva, le smart TV cambiano per sempre

Google TV è la nuova evoluzione di Android TV, e a giudicare dalle ultime indiscrezioni potrebbe essere il miglior servizio esistente nel suo ambito. Che cosa ce lo fa pensare?

Gli eventi di presentazione, in tutti i casi intendiamo, sono delle ottime opportunità per mettere in mostra un nuovo prodotto nello specifico o un dispositivo elettronico che uscirà soltanto in futuro. Potremmo fare l’esempio del nuovo Galaxy di Samsung, come anche di ciò che ha voluto  presentare una azienda – proprio in questo momento – per tutti coloro che sono degli amanti della televisione.

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La sua ascesa sembra essere imminente – Computermagazine.it

In particolar modo è TP Vision ad aver fatto il grande passo, confermando il passaggio ad un nuovo standard TV per buona parte dei nuovi modelli di televisori. In tal modo viene finalmente portata a compimento la transizione da Android TV “liscio” a Google TV per tutti i maggiori brand del mercato della tecnologia. Iniziò questo lungo cammino Sony, per poi essere seguuta a ruota CL, Hisense in Nordamerica, Xiaomi, Philips, Sharp e tra non molto anche Panasonic probabilmente.

Google TV supera anche Android TV ora: è inarrestabile

È chiaro che con questa azione non sarà più possibile replicare le componenti open source, rendendole del tutto originali poiché non copiabili. Ora che gli utenti faranno uso esclusivamente di un servizio distaccato del tutto da Android, avranno la possibilità di osservare la nascita ed il miglioramento di nuovi servizi a volontà praticamente. Da alcuni anni, ormai, il punto focale delle piattaforme software per i televisori si è spostato dalla visione dei canali TV live, poco presente attuale, alle trasmissioni di streaming.

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Google TV sarà un successo? – Computermagazine.it

Google si assicurerà di garantire un’ottima visione per la sua utenza, cercando di accaparrarsi la fiducia degli operatori OTT che spera acquistino tutti gli spazi disponibili. Google TV, dunque, potrebbe diventare una piattaforma molto più diffusa delle altre e capace di arrivare a compiere l’impossibile sotto diversi punti di vista. E considerando le pubblicità e le sponsorizzazioni sul web, siamo certi che conquisterà il mercato in breve tempo.

Un caso di crescita analogo forse potrebbe essere intrapreso anche da TCL, che ha deciso di rendere obbligatoria, in fase di installazione del servizio, la registrazione di un account TCL. Una soluzione per riprendersi un certo livello di controllo sul proprio cliente impedendo a Google di avere totale controllo sulla raccolta dei dati. Per l’utente, invece, vale a dire che sarà una procedura complicata e a tratti perditempo, portandolo a preferire interamente i servizi più semplici ed intuitivi dell’azienda di Mountain View.

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