Telegram diventa la seconda app più scaricata negli USA

Exploit di Telegram dopo il ban di Trump da Twitter e la chiusura di Parler: oltre mezzo milione di download a partire dal 6 gennaio.

Telegram Parler
Telegram sotto i riflettori dopo la scomparsa di Parler (Adobe Stock)

Se si tratta di una specie di effetto Trump o no, per ora è impossibile dirlo. Ma sta di fatto che in una settimana i download di Telegram hanno fatto un evidente balzo in avanti. Stando alle statistiche di Sensor Tower, citate dal Daily Telegraph, il competitor russo di WhatsApp è stata la seconda App più scaricata negli USA negli ultimi sei giorni dopo Signal, sia per iOS che Android.

A partire dal 6 gennaio scorso, giorno dell’assalto a Capitol Hill, gli utenti americani hanno scaricato Telegram sui propri dispositivi ben 545mila volte, il triplo rispetto a prima. Il sospetto è che alla base dell’exploit vi sia la migrazione massiccia di una fetta di sostenitori di Trump, irritati dal trattamento che il loro beniamino e la galassia sovranista a Stelle e Strisce sta subendo dai colossi di Big Tech.

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L’ascesa di Telegram e l’attacco di Big Tech alla destra radicale USA: la tempistica

Donald Trump bannato da Facebook (Bbc)

Non a caso il presidente uscente è stato bannato da Twitter l’8 gennaio, lo stesso giorno in cui Google ha rimosso dal Play Store la app della piattaforma di microblogging Parler. Il giorno dopo, sempre il social network di dichiarata fede ultra-conservatrice ha subito lo stesso trattamento dall’Apple Store, per poi essere cancellato il 9 anche dal server-cloud di Amazon, mossa che ne ha decretato almeno per il momento la completa scomparsa dalla scena virtuale.

Insomma, una tempistica che rispecchierebbe bene il crescente consenso ricevuto da Telegram negli ultimissimi giorni. Di più, nello stesso lasso di tempo si sono moltiplicati anche i membri di gruppi di supporters di Trump o che si identificano esplicitamente con la right wing. A tali gruppi si può aderire senza bisogno di alcuna autorizzazione.

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La app, fondata nel 2013 in Russia dai fratelli Durov, è una diretta concorrente di WhatsApp, ma ha sempre spinto di più sul fattore privacy. Sebbene sotto questo profilo mostri anche lei qualche pecca, Telegram potrebbe anche aver beneficiato dell’update della privacy policy di WhatsApp, che ha spaventato non poco i suoi iscritti.

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