Bombe Termiche nell’Artico: ecco cosa sono e perchè gli scienziati sono terrorizzati

Gli scienziati le hanno definite delle bombe termiche, e rappresentano una vera e propria minaccia per l’Oceano Artico. Si tratta nel dettaglio, come scrive Greenme.it, di flussi d’acqua calda che provengono dall’Oceano Pacifico e che confluiscono in quello Artico, e che possono aumentare il pericoloso fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai, già in corso ormai da diverso tempo.

Bombe termiche, cosa sono (Foto Greenme)
Bombe termiche, cosa sono: i dettagli (Foto Greenme)

Secondo gli esperti il nome più adeguato di questi eventi è appunto quello di “bombe termiche” in quanto possono riscaldare i ghiacciai non soltanto per mesi ma addirittura per anni, ed il fenomeno è stato molto attenzionato dalla rivista Nature Communications per la sua delicatezza. Questi flussi di aria calda potrebbero infatti aumentare ancora di più lo scioglimento dei ghiacciai causato dal cambiamento climatico, soprattutto durante certi periodi dell’anno. “Il tasso di accelerazione dello scioglimento del ghiaccio marino nell’Artico – ha spiegato Jennifer MacKinnon, oceanografa della Scripps Institution of Oceanography di San Diego – è stato difficile da prevedere con precisione, in parte a causa di tutti i complessi feedback locali tra ghiaccio, oceano e atmosfera. Questo lavoro – sottolinea – mostra il grande ruolo nel riscaldamento che l’acqua dell’oceano svolge come parte di quei feedback”.

BOMBE TERMICHE NELL’ARTICO ATTRAVERSO LO STRETTO DI BERING

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Nel 2018 la MacKinnon aveva guidato una spedizione nell’oceano Artico nell’ambito del progetto Stratified Ocean Dynamics of the Arctic (SODA), finanziato dall’Ufficio statunitense di ricerca navale, il cui obiettivo era scoprire come le “Bombe termiche” giungessero nell’Artico attraverso lo stretto di Bering. “L’Artico è un oceano insolito – sono le parole degli autori della ricerca su questi eventi – in quanto è stratificato dalla salinità invece che dalla temperatura”.

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L’acqua calda passa dallo stretto di Bering e poi dal Barrow Canyon, nei pressi della costa settentrionale dell’Alaska, e una volta che entra in contatto con l’acqua superficiale artica crea della “sacche di acqua molto calda che si nascondono sotto le acque superficiali”. Gli autori aggiungono: “Quest’acqua originaria del Pacifico porta calore e proprietà biogeochimiche uniche e questo avrà importanti implicazioni sul cambiamento dell’ecosistema artico. Tuttavia, la nostra capacità di comprendere o prevedere il ruolo di questa massa d’acqua in arrivo è stata ostacolata dalla mancanza di comprensione dei processi fisici che controllano la subduzione e l’evoluzione di quest’acqua calda”.

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