Una nuova pazzesca scoperta: così la plastica diventa vaniglia

Dalla Scozia, un’importante scoperta. Gli scienziati del team dell’Università di Edimburgo hanno sviluppato un nuovo modo per utilizzare i rifiuti di plastica, addirittura come risorsa dell’industria alimentare, grazie alla conversione del PET post-consumo in vanillina, tramite una serie di reazioni chimiche.

La plastica può essere non solo riciclata ma trasformata (Adobe Stock)
La plastica può essere non solo riciclata ma trasformata (Adobe Stock)

Il team dell’Università di Edimburgo, ha ingegnerizzato in laboratorio l’E. coli per trasformare l’acido tereftalico, una molecola derivata dal PET, nella molecola nota per conferire alla vaniglia il suo sapore e odore caratteristico, convertendo una bottiglia di plastica usata in vanillina.

Dalla plastica alla vaniglia il passo è breve

La plastica trasformata in vaniglia: il segreto sono dei batteri (Adobe Stock)
La plastica trasformata in vaniglia: il segreto sono dei batteri (Adobe Stock)

“Il nostro lavoro sfida la percezione che la plastica sia un rifiuto problematico e dimostra invece il suo utilizzo come nuova risorsa di carbonio da cui è possibile ottenere prodotti di alto valore”, afferma il dottor Stephen Wallace, ricercatore principale dello studio Future Leaders Fellow dell’Università di Edimburgo. I ricercatori sono convinti che la vanillina prodotta sarebbe adatta al consumo umano, anche se sono necessari ulteriori test sperimentali. Lo studio, pubblicato su Green Chemistry, pone le basi per ulteriori studi per massimizzare la produzione di vanillina verso livelli di rilevanza industriale.

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E’ la prima volta che gli scienziati si cimentino in questa tecnica, “un sistema biologico per riciclare i rifiuti di plastica in una preziosa sostanza chimica industriale” spiega Joanna Sadler, primo autore e Discovery Fellow del Biotechnology and Biological Sciences Research Council della School of Biological Sciences, Università di Edimburgo.

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Ogni anno vengono prodotti circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti di PET, causando gravi impatti economici e ambientali. “Ciò ha implicazioni per l’economia circolare. I risultati della nostra ricerca, invece, hanno importanti implicazioni per il campo della sostenibilità della plastica e dimostrano il potere della biologia sintetica per affrontare simili sfide”.

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La crisi mondiale della plastica ha visto l’urgente necessità di sviluppare nuovi metodi per riciclare il PET, la plastica resistente e leggera derivata da materiali non rinnovabili, come petrolio e gas, ampiamente utilizzata per il confezionamento di alimenti e succhi e acqua di dimensioni ridotte. Ogni anno vengono prodotti circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti di PET, causando gravi impatti economici e ambientali. Il riciclaggio del PET è possibile, ma i processi esistenti creano prodotti che continuano a contribuire all’inquinamento da plastica in tutto il mondo.

“Questo è un uso davvero interessante della scienza microbica a livello molecolare per migliorare la sostenibilità e lavorare verso un’economia circolare”, afferma Ellis Crawford, editore della Royal Society of Chemistry. “Utilizzare i microbi per trasformare la plastica di scarta è una bella dimostrazione di chimica verde”.

Gli imballaggi commestibili sono un altro modo in cui l’industria alimentare sta combattendo il problema della plastica, con soluzioni di imballaggio provenienti da alghe o caseina. Conosciuta come la “Regina dei sapori”, la vaniglia è il secondo sapore più ricercato negli alimenti e nelle bevande, dietro soltanto alla menta. Il gusto classico e la sua versatilità continua ad essere una piattaforma per abbinamenti di gusto e nuove applicazioni F&B.

Lo scorso anno, Innova Market Insights ha riportato che i nuovi prodotti al gusto di vaniglia sono aumentati del 24% negli ultimi cinque anni. Inoltre, i ricercatori con sede a Edimburgo riferiscono che la domanda globale di vanillina ha superato le 37.000 tonnellate nel 2018.

Attualmente, la vanillina può essere prodotta sia da fonti naturali che sintetiche, con la maggior parte della vanillina fino ad oggi proveniente da fonti sintetiche. Anche la vanillina derivata dalla sua fonte convenzionale di baccello di vaniglia continua a vedere l’interesse dell’industria in quanti i consumatori cercano cibo e bevande con un posizionamento premium, naturale ed etico.

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