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Dalla fantascienza alla realtà: ecco il cavo di ricarcica in grado di spiarci e rubare i nostri dati

Creato da uno sviluppatore un cavo USB per la ricarica veloce in grado di sottrarre i dati personali dallo smartphone

il cavo USB in grado di rubare dati sensibili – MeteoWeek.com

Ci sono infiniti modi per rubare.Dai più comuni, mentre camminiamo e un signore ci viene addosso, infila una mano nella tasca, borsa o quant’altro, ai classici messaggi o telefonate dove facendo finta di essere un parente o una persona in difficoltà cercano di convincere il malcapitato a recapitare alcune somme di denaro. Ma sapevate che è possibile venir truffati anche senza saperlo? Uno dei modi che sta facendo discutere è proprio quello del cavo USB inventato da un sviluppatore. Questo cavo in particolare, realizzato come parte di una serie di strumenti di test da un ricercatore di sicurezza noto al pubblico come “MG“, è ora entrato in produzione e verrà venduto dal fornitore di sicurezza informatica Hak5. Il “cavo OMG”, questo il suo nome di lancio ed è anche un simpatico gioco di parole americano (oh my God= Oh My God, che significa “Oh mio dio!”)  è realizzato in diverse versioni, dato che i caricabatterie come sappiamo non sono tutti uguali (per ora) tra cui una da Lightning a USB-C, e può facilmente ingannare gli utenti confondendosi con quelli tradizionali a causa delle minuziose repliche. Di fatto, rappresenta una notevole minaccia per la sicurezza.

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Come funziona il cavo OMG

Il cavo OMG funziona esattamente come un normale cavo da USB a Lightning, nessun cambiamento che può far intendere che il cavo è “diverso” dal normale, il connettore che Apple utilizza ormai dal 2012 e che rimane unico nel suo genere tanto che continuerà ad utilizzare anche sui prossimi iPhone 13, ed è in grado di fare da “keylogger,  nel gergo significa che è in grado di registrare le sequenze di tasti che vengono premuti dalle tastiere di un Mac, un iPad o un iPhone connessi quindi presumibile da tutti i device firmati Apple, e inviare le informazioni a qualcuno che potrebbe trovarsi da oltre un chilometro di distanza. Il cavo, infatti, è in grado di creare un hotspot Wi-Fi a cui un hacker può connettersi e utilizzando una semplice applicazione, lasciando il povero malcapitato con un pugno di mosche in mano.

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Il cavo oltre a tutto questo, integra funzionalità di geofencing che consente di attivare o bloccare la registrazione delle sequenze in base alla posizione dello smartphone.Tutto questo è possibile grazie ad un oggetto che chiaramente nei veri cavi non esiste: si tratta di un piccolo chip presente nel connettore che occupa circa la metà dello spazio interno ed è totalmente invisibile ad occhio nudo.

Alessandra Costagliola

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