Chiude in India l’app che metteva all’asta le donne, grazie all’intervento del Ministro della Tecnologia

Continuano le discriminazioni nei confronti delle donne islamiche. L’app Bulli Bai è stata definitivamente chiusa da Ashwini Vaishnar, ministro per le tecnologie informatiche.

Bulli Bai, l’app che discrimina le donne – Computermagazine.it

Centinaia di donne indiane hanno denunciato una piattaforma che ha diffuso i propri cognomi, nomi, foto e informazioni personali in rete. La cosa che più spaventa, però, è il perché. Secondo alcune informazioni, la piattaforma in questione gestirebbe una serie di aste, dove le donne non sono altro che un mero oggetto, infatti si parla di “affare del giorno”. Le foto delle malcapitate venivano prese dai social e successivamente caricate sull’app. L’obiettivo era quello di proporre offerte per comprare le donne che venivano esposte quasi come se fossero merce in saldo.

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Bulli Bai, l’app misogina

Per capire cosa accadeva su questa piattaforma, basta semplicemente andare a ricercare la traduzione stessa del nome. Bulli Bai è un nome combinato che va ad identificare lo status di cameriera. Facendo alcuni passi indietro, ci rendiamo conto che questa repulsione verso le donne è sempre esistita e, non è la prima volta che si verifica un fenomeno simile. Meno di un anno fa, era stata messa in circolazione un’applicazione simile, con il nome di Sulli Deals, dove decine di donne venivano messe in vendita. Le donne mussulmane, sono ormai vittime di questi attacchi frequenti, sempre più pesanti e difficili da gestire.

Decine di donne venivano messe all’asta – Computermagazine.it

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I provvedimenti da parte del ministero

La piattaforma dove le donne venivano messe all’asta, fortunatamente, è stata chiusa. A contribuire è stato il ministro per le tecnologie informatiche Ashwini Vaishnar. Attualmente la polizia di Nuova Delhi e quella di Mumbai stanno indagando sulle possibili menti che si celano dietro a questi attacchi gratuiti nei confronti delle donne. In ballo ci sono diverse ipotesi di reato che vanno dallo stalking alla diffamazione e atti offensivi del pudore di una donna. L’avvenimento ha avuto ampio respiro sociale e ha smosso anche il campo della politica. Rahul Gandhi, appartenente al Congresso nazionale indiano, ha esortato le persone ad alzare la voce contro l’insulto delle donne e l’odio comunitario. Intanto gli scontri non accennano a placarsi. Proprio in queste settimane, durante la preghiera all’aperto del venerdì, squadre di integralisti hanno cercato di impedire la celebrazione pubblica.

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