Clearview AI ha raccolto milioni di nostre foto affinchè “quasi ogni persona nel mondo sia identificabile”

Secondo il Washington Post, la società di software che fornisce programmi di riconoscimento facciale alle forze dell’ordine degli Stati Uniti intenderebbe espandere l’utilizzo dei propri sistemi anche oltre il perimetro amministrativo e governativo pubblico, aprendosi al settore bancario ed ai lavoratori della Gig Economy.

Clearview AI ComputerMagazine.it 18 Febbraio 2022
La società applica una tecnologia di riconoscimento facciale aggregando dati dal web – ComputerMagazine.it

La società per azioni statunitense Clearview AI, con sede legale a Manhattan, è stata fondata nel 2017 con l’intento di utilizzare una tecnologia proprietaria di riconoscimento facciale da applicare in ambito investigativo per ridurre la criminalità.

Ad oggi, la società dichiara di disporre di un database con oltre 10 miliardi di immagini facciali, sostenendo di averle ottenute ed archiviate esclusivamente attraverso spazi web pubblici, come piattaforme social d’interazione, siti web di carattere giornalistico e piattaforme di “mugshot”, ovvero portali che presentano elenchi di persone accusate di aver commesso crimini, con tanto di fotografie personali segnaletiche di riconoscimento.

Negli ultimi anni, le controversie emerse riguardo agli obiettivi ed alle attività della società non sono poche. E lo scorso Dicembre, quando – come ha riferito il Washington Post – la Clearview ha presentato ai propri investitori il nuovo obiettivo di raggiungere il traguardo dei 100 miliardi di foto, così che “quasi chiunque al mondo possa essere identificato”, è tornata a far parlare di sé.

Il capitale d’investimento richiesto dalla società e gli obiettivi di sviluppo futuro della tecnologia proprietaria

Clearview AI Washington Post ComputerMagazine.it 18 Febbraio 2022
Gli obiettivi di sviluppo della società puntano anche alle analisi del movimento, al riconoscimento del luogo ed alla scansione delle impronte digitali – ComputerMagazine.it

Clearview si è rivolta agli investitori per ottenere un finanziamento di 50 milioni di dollari, che consentirebbe alla società di perfezionare la tecnologia proprietaria di riconoscimento degli individui non più soltanto attraverso i volti, ma anche in base al modo in cui si muovono, al luogo in cui si trovano (quando appare nello sfondo delle loro fotografie) e scansionando le impronte digitali.

Oltre a ciò, il capitale richiesto servirebbe anche a rafforzare il reparto vendite internazionale e, sul versante politico, ad influenzare l’attività legislativa affinché vengano introdotte regole, norme e leggi che consentano e favoriscano le attività svolte dalla società.

Insomma, gli obiettivi di Clearview sono chiari: archiviare – potremmo dire “schedare” – tutti gli esseri umani del pianeta per poterli identificare all’occorrenza. Il che già pone adito a interrogativi di ogni sorta circa l’opportunità e, in base alla legislazione di molti Paesi e Nazioni, alla liceità e legittimità che ciò avvenga in modo pressoché totalmente irregolamentato e senza il consenso esplicito ed informato degli interessati.

Inoltre, le mire di espansione internazionale espresse dalla società verso Paesi come il Brasile, la Colombia, la Nigeria, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, nonché Nazioni europee come Italia, Olanda e Grecia, pongono questioni importanti circa l’utilizzo che se ne potrebbe fare e gli innumerevoli rischi ad esso connessi.

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