WhatsApp: la privacy degli utenti è a rischio? L’azienda chiarisce

WhatsApp: la privacy degli utenti è a rischio? A mettere chiarezza alla questione piuttosto spinosa ci pensa la stessa azienda, che spiega come verranno raccolti i dati degli utenti. 

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Un polverone ha coinvolto, nelle scorse settimane, il servizio di messaggistica istantanea più popolare del pianeta. Gli utenti sono stati costretti ad accettare la nuova policy relativa al trattamento dei dati. Non vuoi accettare le nuove condizioni? Sei fuori. Un ultimatum che non è piaciuto a tutti e che ha visto tanti – tantissimi – utenti spostarsi su servizi concorrenti, più attenti al rispetto della privacy, almeno sulla carta.

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Oggi WhatsApp, probabilmente spaventato dal possibile esodo che sta coinvolgendo buona parte dell’utenza – che resta ad oggi la più ampia sul mercato delle app di messaggistica – tenta di fare chiarezza. Condividere i dati degli utenti con Facebook per scopi meramente commerciali? Sì, ma fino ad un certo punto. Come ha spiegato la stessa azienda, che fa capo al gruppo di Mark Zuckerberg, non tutte le chat verranno coinvolte in questo scambio di informazioni.

Anzitutto c’è da chiarire una questione che ai più è sconosciuta: le chat di WhatsApp hanno una crittografia end-to-end. Vale a dire che se state messaggiando con la vostra amante o con vostra mamma, quei messaggi, contenuti in quella conversazione privata, sono e saranno visibili solo a voi. Discorso diametralmente opposto se ci spostiamo nella versione Business di WhatsApp, dove i messaggi non hanno alcuna crittografia e possono quindi essere condivisi e letti da terzi.

Insomma i dati degli utenti vengono presi in prestito ed utilizzati per scopi commerciali, è vero, ma solo in determinati contesti. Gli account Business sono – per natura – votati ad un campo che fa capo al dio denaro. Proprio per questo motivo, in quel determinato contesto, WhatsApp potrà – lecitamente o meno – mettere le mani nelle nostre conversazioni ed estrapolare ciò che più gli serve.

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Ciò detto, il discorso relativo alla annosa questione privacy è stato rimandato al 15 maggio. Tre mesi di distanza dall’8 febbraio di cui si è ampiamente discusso nelle scorse settimane come deadline per il cambio della policy.

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