Biden dice stop alle trivellazioni petrolifere in Alaska, ma c’è un motivo

Il governo degli Stati Uniti ha bloccato i permessi per l’estrazione di petrolio nelle regioni artiche per salvaguardare l’ecosistema.

Artic National Wildlife Refuge
L’Artic National Wildlife Refuge si trova nel nord-est dell’Alaska (by Adobestock)

Salvaguardia dell’ambiente e riduzione dell’impatto climatico: su questi argomenti chiave di interesse globale si stanno focalizzando le attenzioni dell’amministrazione Biden, che ora vuol porre la parola fine su un inarrestabile processo di scadimento generale. Gli Stati Uniti dunque scendono in campo in prima linea, così il primo giugno il presidente Joe Biden ha bloccato le strategie messe in atto tempo fa da Donald Trump che durante la sua gestione aveva indetto un’asta sui contratti per estrarre petrolio, minerali e gas dall’ ANWR (ossia l’ Artic National Wildlife Refuge), una regione naturale protetta posizionata nel nord dell’Alaska.

Ogni concessione è stata sospesa, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza, anche in ambito legale, sulle modalità con cui quei contratti erano stati rilasciati e sulle possibili conseguenze nefaste accusate dall’ ecosistema della storica riserva. L’ANWR venne istituita ormai nel lontano 1960 e copre un’area di 78 mila chilometri quadrati, delimitata ad est dai confini con il Canada. La stop giunge a coronamento di un indirizzo ben preciso intrapreso da Biden, che ritiene il parco un tesoro di interesse nazionale. Per i cittadini poi rappresenta l’ultimo grande deserto d’America, tanto che negli ultimi mesi alcune controverse decisioni governative su tematiche green avevano suscitato parecchie perplessità scatenando le ire degli attivisti.

Lo stop alle trivellazioni in Alaska salverà le aree incontaminate?

Fauna
Le misure serviranno a tutelare la fauna in via d’estinzione (by Adobestock)

Ancora non possiamo affermare con certezza che le nuove politiche messe in atto riusciranno a tutelare l’area protetta, ma almeno c’è da ammettere che Biden sta provando a tener fede alle promesse fatte in campagna elettorale, quando si era schierato apertamente per la lotta alle estrazioni selvagge che potessero ledere l’autenticità della flora e della fauna locale. Al fianco del presidente c’è Deb Haaland, segretario degli Interni e prima nativa americana a ricoprire tale carica, che due giorni fa ha annunciato lo stop alle licenze per trivellare Prudhoe Bay, un tratto di seimila chilometri che fa parte dell’Artic National Wildlife Refuge.

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La zona era stata a lungo tenuta al riparo dalle trivellazioni, ma l’amministrazione Trump ha sovvertito i bioritmi ed il paesaggio adesso è parecchio cambiato, dato che la vendita indiscriminata delle licenze per l’estrazione di petrolio a prezzi relativamente bassi ha messo a repentaglio la sopravvivenza di uccelli, renne, caribù, orsi polari ed altre specie a rischio estinzione. Le sollevazioni popolari però adesso stanno spingendo Biden a invertire l’ordine delle cose, con un piano di sicurezza esaustivo che dovrebbe ridurre l’impatto ambientale.

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Speriamo, nel frattempo la decisione ha ricevuto il plauso di Kristen Miller, direttrice esecutiva della Alaska Wilderness League che guarda con favore all’inizio di una nuova era.  Altri come Lisa Murkowski invece, senatrice repubblicana dell’Alaska, temono che lo stop ai lavori possa danneggiare l’economia locale, anteponendo dunque i ricavi finanziari a questioni di ordine etico. Insomma, il dibattito è aperto, la sensazione è che se ne continuerà a parlare a lungo.

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