Microsoft spende la cifra pazzesca di $100 milioni per l’esclusiva Xbox Rise of Tomb Rider: ne è valsa la pena?

Soldi a valanghe per l’industria dei videogiochi, nello specifico per Microsoft, un colosso davvero senza limiti dal punto di vista del potenziale economico. Questa volta la protagonista è Lara Croft, esclusiva Microsoft temporale che è costata la bellezza di 100 milioni di dollari. 

Microsoft spende la cifra pazzesca di $100
Rise of the Tomb Raider

Il gioco vale la candela? Di sicuro è un gioco molto costoso quello a cui Microsoft ha deciso di partecipare. A qualche anno di distanza dalla sua uscita, l’esclusività (seppur temporale) di Rise of the Tom Raider si è rivelata come una spesa tutt’altro che leggera per le tasche di Microsoft. Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che il titolo action/adventure è stato per un periodo di tempo esclusiva Microsoft. Questo vuol dire che il videogioco era disponibile esclusivamente per console Microsoft.

Oggi, a distanza di qualche anno dalla sua uscita, il curriculum vitae di un dirigente Square Enix, ci mette a conoscenza di un dato incredibile: il costo dell’esclusività di Rise of the Tomb Raider. Ebbene, stando a quanto emerso nel documento, Microsoft avrebbe sborsato la bellezza di 100 milioni di dollari per assicurarsi le gesta della bella Lara in esclusiva temporale.

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Microsoft: 100 milioni per un’esclusiva temporale

Una scelta di sicuro successo per Microsoft, che si era aggiudicata, almeno inizialmente, un titolo appartenente ad una delle saghe videoludiche di maggiore successo e che genera, ad ogni uscita, parecchio interesse. Una scelta che, come era lecito aspettarsi, ha mandato su tutte le furie i fan e possessori di PlayStation, da sempre legati a doppio filo alle gesta e alle avventure di Lara Croft.

Ma dietro questa mossa di mercato, a quanto pare, c’è ben più di una mancetta che il colosso di Redmond si è visto “costretto” ad elargire a Square Enix per aggiudicarsi l’esclusività temporale. La popolarità si paga, e a quanto pare anche molto caro. Secondo gli analisti dell’epoca – tra cui Michael Pachter – l’accordo valeva soli 10 milioni di euro. A questo punto non ci stupiremmo se dietro a questa dichiarazione ci sia stata una svista.

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A condividere questa informazione Timur, esperto nell’analisi dei curriculum nel settore videoludico. Insomma una cifra che di primo impatto spaventa, ma che a conti fatti non è altro che una mossa di marketing con il potenziale di portare a sé utenza, soldi e popolarità. Il gioco è valso la candela? Ditecelo voi.

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