Pfizer sarà somministrato ai ragazzi dai 12 ai 15 anni: c’è l’ok della FDA

Il vaccino anti Covid di Pfizer-BioNTech è il primo indicato anche per la fascia d’età compresa tra i 12 e i 15 anni: sarebbe efficace al100%. L’EMA potrebbe presto imitare l’agenzia del farmaco USA.

Covid, le origini (Foto Agi)
Covid 19 (Foto Agi)

Quello di Pfizer-BioNtech è il primo vaccino anti-Covid autorizzato per i giovanissimi. Lo ha ufficializzato nelle ultime ore la Food and Drug Association (FDA) che ha dato l’ok affinché il farmaco venga somministrato anche ai ragazzi compresi nella fascia d’età tra i 12 e i 15 anni. Fino ad oggi l’età limite erano 16 anni. Tutti gli altri vaccini sono stati approvati per la popolazione al di sopra dei 18 anni.

I dati a disposizione dell’Agenzia del Farmaco americana indicano che tra il primo marzo del 2020 fino a tutto aprile 2021 si sono ammalati circa 1,5 milioni di ragazzi dagli 11 ai 17 anni di età, peraltro contraendo una forma lieve della malattia. “È stato fatto un passo cruciale nella lotta al covid-19: con questa autorizzazione alleggeriremo ulteriormente la tremenda pressione della pandemia sul sistema sanitario“, ha detto Peter Marks, direttore del Centro di Ricerche Biologiche della FDA.

Pfizer ai giovanissimi anche in Europa?

Marchio Pfizer
Pfizer sostiene che il vaccino abbia un’efficacia del 100% sui ragazzi

Pfizer-BioNtech ha ottenuto la cosiddetta Emergency Use Authorization (EUA), ovvero l’autorizzazione all’uso di emergenza. In pratica, in una situazione come una pandemia, un medicinale viene adottato con standard meno rigidi del normale, perché “i benefici sono di gran lunga superiori ai rischi”. Pochi giorni fa, il presidente USA Joe Biden ha detto che l’obiettivo è vaccinare il 70% della popolazione e raggiungere l’immunità di gregge per la festa del 4 luglio. Ad oggi, siamo quasi a un terzo della popolazione: in tutto 106.5 milioni di persone, circa il 32.5% del totale.

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Pfizer-BioNtech aveva chiesto la EUA per la fascia 12-15 anni a inizio aprile. In questo caso, il brand americano-tedesco ha portato all’attenzione delle istituzioni federali i propri studi, che mostrerebbero un’efficacia del 100%. La decisione della FDA, come spesso avviene, potrebbe preludere a un analogo provvedimento dell’EMA, l’agenzia del europea farmaco che inevitabilmente finisce per influenzare le agenzie nazionali, AIFA inclusa.

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Visti i numeri e il quadro generale, la somministrazione del farmaco ai più giovani serve sicuramente come protezione diretta. Tuttavia, dovrebbe funzionare soprattutto come argine alla diffusione del contagio, di cui questa fascia d’età può essere veicolo (e spesso i ragazzi sono stati accusati di esserlo). Allargando la prospettiva, la profilassi dei giovanissimi può accelerare la riapertura delle scuole e il ritorno a una socialità finalmente accettabile per una categoria che in questo senso ha patito tantissimo durante la pandemia.

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