L’universo come mai visto prima grazie al supercomputer AI

La tecnologia supporta la scienza ancora una volta, per poter studiare luoghi ancora ignoti, come alcune zone dell’universo: sarà possibile grazie al supercomputer AI.

Grandi computer
Sistema di computing Foto di Christina Morillo di Pexels

Si chiama “spazio infinito” per un motivo abbastanza ovvio: tutto ciò che al di fuori del nostro pianeta è di una vastità indescrivibile. Inviare sonde aiutato moltissimo, ma ci sono ancora molti angoli bui.

L’astrofisica, dunque, ancora una volta ha bisogno di avvalersi della tecnologia. Sono necessari sistemi avanzati, e, per fortuna, oggi intelligenza artificiale può aiutare notevolmente.

La creazione di un supercomputer AI permetterà di tracciare una mappa 3D dell’universo. Si chiama Perlmutter e permetterà di vedere il cosmo più da vicino, per conoscere meglio dettagli ancora sconosciuti.

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Perlmutter, il supercomputer AI che svelerà l’universo

Supercumputer
Perlmutter

Come riportato da VentureBeat, il National Energy Research Scientific Computing Center ha presentato Perlmutter, una macchina che elaborerà i dati attraverso lo strumento spettroscopico per l’energia oscura, chiamato DESI.

Quest’ultimo è costituito da un particolare sistema di lenti che può tracciare delle mappe 3D della galassia. Già in passato ha permesso di conoscere la Galassia Whirlpool, situata a circa 23 milioni di anni luce dalla Terra.

Perlmutter, dunque, con l’aiuto di DESI, potrà elaborare dozzine di dati provenienti dall’osservazione mediante le mappe.

AMD ha fatto notare che la versione iniziale di Perlmutter sarà composta di 1.536 nodi ognuno dei quali sarà dotato di un processore Epyc 7763 a 64 core e quattro GPU NVIDIA A100. Ne deriverà un sistema con quasi quattro exaflop e 35 petabyte di spazio di archiviazione che gestirà le attività di intelligenza artificiale con tempi di calcolo estremamente ridotti.

La capacità più grande di Perlmutter sarà soprattutto quella di riuscire ad elaborare un anno di informazioni DESI in pochi giorni, anziché settimane o mesi, come spiegato da NVIDIA.

Questo vuol dire che la ricerca intrapresa dagli astrofisici potrà avere tempi più brevi, riuscendo ad ottenere maggiori informazioni sulle quali lavorare per conoscere l’universo in modo più approfondito.

Per la fine del 2021 è prevista una seconda fase, durante la quale verranno aggiunti 3.072 nodi, con due chip Epyc 7763 cadauno.

Non c’è solo la mappa 3D nel progetto. In realtà, Perlmutter studierà anche le interazioni atomiche per agevolare la tecnologia dell’energia pulita come, ad esempio, i biocarburanti.

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La mappa 3D dell’universo è un obiettivo di certo ambizioso, ma che porterà molti vantaggi alla scienza e maggiori conoscenze che potranno migliorare la vita dell’uomo.

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Universo Photo by Guillermo Ferla on Unsplash
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