I prelievi di Marte rivelano: com’è stata la Vita sul Pianeta Rosso e come potrebbe tornare

Marte potrebbe aver ospitato la vita. I rilievi dell’ultim’ora ci mettono di fronte ad una verità che, se fosse confermata, cambierebbe per sempre il nostro modo di vedere il Pianeta Rosso. 

Rochette
Rochette, la roccia che potrebbe dirci se siamo soli nell’universo (fonte: NASA)

È ancora una volta lui il protagonista: Marte. Il Pianeta Rosso, che da secoli tiene l’uomo incollato a telescopi, è finalmente più vicino che mai grazie alle spedizioni di rover e automi più o meno avanzati. Ultimo della lista Perseverance, inviato sul nostro “vicino di casa” per cercare segnali di vita presente o passata. Oggi, a qualche mese di distanza dal suo approdo sul terriccio rosso di Marte, potremmo avere finalmente una risposta al quesito esistenziale per eccellenza: siamo soli nell’universo?

Perseverance ad un passo dal dirci se siamo soli nell’universo

Rover
Il rover Perseverance, arrivato su Marte a febbraio (by Adobestock)

Perseverance continua così la sua missione di importanza “vitale”, per usare un termine coerente con l’obbiettivo. Per farlo, il rover ha prelevato due porzioni di roccia dai crateri in cui è iniziata la sua esplorazione. Due rocce che, attraverso alcuni frammenti, torneranno sulla Terra dopo il 2030. Le missioni che riporteranno i frammenti sul nostro pianeta fanno parte del programma Mars Sample Return (Msr) e vede, tra gli altri, l’Italia coinvolta in prima linea con l’Agenzia Spaziale Europa.

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Per l’occasione, i due frammenti – sottili come una matita – sono stati rinominati Montdenier e Montagnac. Mentre la roccia madre, conosciuta come Rochelle, potrebbe essere stata in contatto con l’acqua per un lungo periodo di tempo. Ovviamente prima che il Pianeta Rosso risultasse una distesa pianura desertica, e proprio per questo motivo i due frammenti risultano molto importanti per l’eventuale prova dell’esistenza di vita: “Sembra che le nostre prime rocce rivelino la presenza di un ambiente in grado di sostenere la vita“. Queste le parole di Ken Farley, responsabile scientifico della missione.

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I due campioni, importantissimi, sono ora custoditi nei contenitori di Perseverance. In un futuro non troppo lontano verranno trasportate in un luogo sicuro, vicino al suo campo d’azione, per poi essere prelevate nella prima missione MSR. Ad essere coinvolti saranno gli uomini e le donne di NASA ed ESA, con l’Italia tra i protagonisti del rientro sulla Terra dei campioni marziani.

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