I droni DJI andranno in navigazione delle coste a caccia di plastiche

DJI si impegna a combattere e monitorare la presenza di plastiche sulle coste. L’azienda produttrice di droni infatti ha avviato una collaborazione con l’associazione ambientalista AnimaMundi, per permettere ai possessori di barche Lagoon di aderire al programma di monitoraggio delle coste.

Drone Mavic 2 Air in volo (Adobe Stock)
Drone Mavic 2 Air in volo (Adobe Stock)

I droni, nel particolare, saranno usati per mettere in piedi il primo database al mondo dei rifiuti presenti sulle coste: le prime a essere controllate saranno le spiagge caraibiche. Questo lavoro sarà svolto nello specifico grazie ai proprietari delle barche che partecipano alla regata Atlantic Rally for Cruisers (ARC), partita da Las Palmas lo scorso 21 novembre.

Insomma entra in campo anche l’intelligenza artificiale per trovare le plastiche che inquinano le spiagge grazie al lavoro di questi droni unito agli sforzi delle associazioni.

DJI pro-ambiente, grazie ai droni coste più pulite

DJI Mavic 3 (Adobe Stock)
DJI Mavic 3 (Adobe Stock)

Il progetto è ambizioso, soprattutto considerando che dei 300 milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno nel mondo, 8 milioni di tonnellate almeno vanno a finire negli oceani. Una quantità devastante, che costituisce almeno l’80% di tutti i detriti del mare, dal più profondo al meno profondo.

SZ DJI Technology Co., Ltd, nota commercialmente come DJI, acronimo di Dà-Jiāng Innovations, o DJI Sciences and Technologies Ltd., è una società tecnologica cinese con sede a Shenzhen, nel Guangdong. DJI è il leader di mercato dominante nel settore dei droni civili, con oltre il 70 percento del mercato mondiale dei droni. La sua tecnologia è stata utilizzata a livello globale per l’industria musicale, televisiva e cinematografica, compresi i video musicali K-pop e le serie di produzioni televisive nominate agli Emmy Award come The Amazing Race, American Ninja Warrior, Better Call Saul e Game of Thrones, ed ora sarà utilizzata per scopi ambientalisti.

Nonostante si abbia contezza dei numeri riguardanti la quantità di plastica riversata nei mari e negli oceano ogni minuto, ossia circa 33.000, non si è ancora stati in grado di stabilire dove in particolare si trovino, né come stia evolvendo il problema.

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Per questo motivo è venuto in mente ai responsabili dei progetti ambientalisti di utilizzare l’intelligenza artificiale, la computer vision e le tecniche di riconoscimento degli oggetti. AnimaMundi si è occupata di sviluppare il software deputato al rilevamento automatico degli oggetti in tempo reale, utilizzato in un’app che raccoglierà tutte queste informazioni usando le foto e le immagini fornite dai droni.

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AnimaMundi è un’organizzazione no profit con sede a Ginevra che si è posta lo scopo di creare un database ricercabile di rifiuti di plastica sulle coste mondiali utilizzando una tecnologia proprietaria.

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