Cosa c’è dentro un buco nero? La domanda che affligge gli scienziati potrebbe avere una risposta

Si tratta della scoperta di quello che viene considerato come uno dei più grandi getti relativistici rilevati nella storia dell’Astrofisica, a 93 milioni di anni luce dal nostro pianeta: e questa emissione di plasma dalle galassie attive studiata dalla Western Sydney University ha già segnato un vero e proprio record. Scopriamo tutti i dettagli.

Getto Relativistico ComputerMagazine.it 4 Settembre 2022
Rappresentazione grafica di un getto relativistico – ComputerMagazine.it

Si chiama NGC2663: è una galassia della costellazione denominata Pyxis e gli studiosi ritengono abbia un nucleo attivo. Ed il telescopio Australian Square Kilometer Array Pathfinder (ASKAP) utilizzato dai ricercatori della Western Sydney University dell’Australia ha rilevato la presenza di un getto di materia 50 volte più grande della stessa galassia.

I ricercatori ne hanno stimato l’estensione, davvero impressionante: da un capo all’altro del suo sviluppo, infatti, potrebbe intercorrere più di un milione di anni luce, mentre il buco nero da cui deriva si trova a poco meno di 100 milioni di anni luce dal pianeta Terra. 

Si muove ad una velocità paragonabile a quella della luce ed è in grado di sprigionare enormi moli di energia in tutto lo spazio intergalattico circostante. E l’entusiasmo del mondo astrofisico a riguardo è – possiamo proprio dirlo – davvero alle stelle, perché la scoperta potrà condurre all’acquisizione di informazioni sempre più complete riguardo alla materia intergalattica.

Le valutazioni dei ricercatori sul flusso di materia individuato

Pyxis Getto Relativistico ComputerMagazine.it 4 Settembre 2022
Rappresentazione grafica di una galassia – ComputerMagazine.it

I ricercatori hanno osservato che, durante il suo percorso, il getto relativistico effettua un flusso pulsante, ovvero che tende ad espandersi ed a contrarsi continuamente. Tendendo, inoltre, ad attraversare l’atmosfera, ecco che il flusso viene sospinto da una pressione di enorme intensità.

Se potessimo osservarlo ad occhio nudo nel cielo, le dimensioni del flusso di materia sarebbero maggiori rispetto a quelle del nostro satellite naturale, la Luna, e le informazioni che la prosecuzione degli studi possono offrirci saranno essenziali per svelare sempre più misteri astrofisici relativi all’origine, all’evoluzione ed all’estinzione delle galassie.

Lo studio dei ricercatori della Western Sydney University australiana è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica “Monthly Notice of the Royal Astronomical Society” e nuovi rapporti del buco nero sono attesi con trepidazione dall’intero mondo della Scienza.

 

? FONTE: tecnologia.libero.it

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