Migliaia di link spacciati come tool di ChatGPT ed altre intelligenze artificiali, ma si tratta di collegamenti pericolosi usati dagli hacker
Lanciato l’allarme e individuati migliaia di link infetti, che rischiano di lanciare pericolosi malware nei vostri pc, smartphone e tablet. I malintenzionati vi inducono a cliccare sul link e scaricare il tool per il vostro dispositivo, ma in realtà è un malware. Ecco come avviene la truffa.
Lo strumento di chatbot chiamato Chat GPT è sbarcato ovunque, stravolgendo il mondo tech. Questo software permetterebbe di instaurare una conversazione con un utente umano, in maniera molto intuitiva e diretta, proprio come se si stesse messaggiando con un altro umano. OpenAI è la società alla base di questa idea rivoluzionaria, capitanata da alcuni magnate del settore e della tecnologia come Elon Musk e Sam Altman.
Il famoso software di intelligenza artificiale, tuttavia, non è stato esente dal finire sotto processo. Questo è avvenuto più volte in termini di liceità di utilizzo dello strumento, ma anche in termini di proprietà intellettuale, come successo in Italia.
Malware tramite Chat GPT: come fanno gli hacker?
Ad oggi, si tratta di uno dei software più noti ed utilizzati, che senza dubbio cavalcano l’onda del momento sfruttando il picco d’entusiasmo della community tech. La diffusione di questo fenomeno su larga scala, però, ha portato alla conseguente circolazione di ulteriori pericoli. Molti utenti della rete sono finiti nel mirino dei peggiori hacker, dopo che software fraudolenti vengono spacciati per famosi chatbot come Chat GPT.
A lanciare l’allarme sono stati i piani alti di Meta Platforms, la società che controlla Facebook e Instagram. Il colosso a cui fa capo Mark Zuckerberg avrebbe individuato alcuni link apparentemente innocui, nei quali si nasconde l’insidia di pericolosi malware in grado di infettare qualsiasi dispositivo.
Questi link dannosi vengono promossi tramite post sui social, invitando gli utenti a scaricare estensioni per il browser. Sulla vicenda è intervenuto il Chief Information Security Officer di Meta Platforms, Guy Rosen. Secondo Rosen non si tratta di tool, bensì di software malevoli che si insediano nei dispositivi degli utenti, nascondendosi dietro la tecnologia dell’intelligenza artificiale.
Questi software di fatto offrono il servizio scaricato, ma, al contempo, agiscono all’insaputa dell’utente che li ha installati. Solo quando sarà troppo tardi, questi si accorgerà di esser stato violato da un malware.
Per proteggersi al meglio dai malintenzionati della rete, occorre verificare che la fonte del link sia affidabile, evitando di cliccare su collegamenti sospetti. È bene ricordare che spesso gli utenti sono del tutto ignari di essere oggetto di attacco, quindi risulta più difficile tutelarsi da queste nuove forme di tecnologia che, sebbene forniscano un apporto notevole a lavoro o studio umano, sono un’arma a doppio taglio.