TikTok nella bufera: chiuso per “oscenità e immoralità”

TikTok nella bufera. Il social network del momento sta attraversando un momento drammatico in Pakistan, dove è stato – temporaneamente? – chiuso. 

TikTok nella bufera
TikTok nella bufera (via pixabay.com)

Continua la bufera per TikTok. Questa volta è il Pakistan a scagliarsi contro il social network del momento. Chiuso perché “contenitore di oscenità, immoralità e modello per comportamenti anti-etici“. Gli utenti pakistani non saranno più in grado di connettersi alla piattaforma, attualmente sospesa proprio dall’Alta Corte di Peshawar. A riportarlo gli organi di informazione locali, con una news che mette in guardia gli oltre 30 milioni di utenti attivi in Pakistan.

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Un’altra conferma è giunta da Twitter, nello specifico la Pakistan Telecom Authority ha dichiarato di aver impartito indicazioni per la chiusura dei servizi di TikTok. “Bloccato immediatamente l’accesso all’app TikTok“. Pochi dubbi circa quelle che sono le intenzioni dei pakistani, come detto anche dal giudice capo Qaiser Rashid Khan. “Stiamo vedendo volgarità nella società proprio a causa di TikTok“. La piattaforma, secondo il giudice, ospita contenuti non idonei, perlopiù immorali e anti etici. La scelta di bloccare l’app è giunta dopo un tentativo fallimentare della PTA di far rimuovere alcuni contenuti ritenuti “discutibili“.

TikTok risponde alle accuse: “Ci basiamo sull’espressione creativa”

TikTok
TikTok

Dal canto suo TikTok, tramite un suo portavoce, ha fatto sapere di essere “una piattaforma basata sull’espressione creativa“. L’attenzione dell’app passa anche dal voler tenere fuori dal social contenuti inappropriati e osceni. “Abbiamo ampliato il nostro team di moderazione in Pakistan, con meccanismi atti a segnalare e rimuovere tempestivamente i contenuti che violano le nostre linee guida“.

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Un braccio di ferro che perdura da diverso tempo, dopo che già negli scorsi mesi l’app fu bandita proprio dal paese. Un paese dove è stata recentemente approvata una serie di leggi che permettono alle autorità locali di bloccare temporaneamente i servizi internet e censurare i loro contenuti.

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