Moneta da 5 lire, caccia al tesoretto da migliaia di euro

Inconsapevolmente, dentro le nostre cose, potrebbero nascondersi dei tesoretti da migliaia di euro, sotto forma di una moneta del vecchio conio. E’ il caso di scovarne alcune, osservarle attentamente, magari rivolgendosi a qualche professionista.

Moneta da 5 lire del 1976 (Adobe Stock)
Moneta da 5 lire del 1976 (Adobe Stock)

Un esempio? La moneta da 5 lire Delfino del 1956 può infatti arrivare a costare oltre 2000 euro, alcuni esemplari in vendita online anche a 2500.

Monete da 5 lire. E il florido mercato della numismatica

Monetine da 5 e 10 lire (Adobe Stock)
Monetine da 5 e 10 lire (Adobe Stock)

Difficile avere in casa la moneta da una lira, passata alla storia come una delle monete della ripresa: il ramo di arancio, il frutto maturo (da un lato) e la donna col capo ornato (dall’altro risvolto) può arrivare anche a valere 1500 euro.

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Più “facile” le monete da 5 lire, quelle del 1946 post guerra, raffiguranti un grappolo d’uva e il volto di una donna può arrivare a valere sul mercato dei collezionisti anche 1.200 euro al pezzo, se in buone condizioni.

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Molti fattori incidono sul valore delle monete da 5 lire (le condizioni attuali, il grado di usura eccetera eccetera, ma principalmente possono essere riassunte in due categorie, come le diverse serie aventi tratti distintivi. Le monete da 5 lire Uva sono state coniate la prima volta, inizialmente in una versione di prova non collezionabile, nel 1946.

Grande valore per la moneta da 10 lire del 1947 (raffigurante un rametto di ulivo e un cavallo alato), negli anni ’80 si utilizzavano in molti ascensori. Ora sono diventate monete dal doppio valore. Simbolico, per rappresentano i sogni e le speranze degli italiani dopo la Seconda Guerra Mondiale. Economico, per adesso possono valere anche quattromila euro.

Le 20 lire del 1956, quelle con una testa di donna voltata verso sinistra cinta da una corona d’alloro da un alto, un ramoscello di quercia dall’altro, con incisa la parola “prova”, superano i 300 euro.

Attenzione alle 50 lire del 1958, quelle con una testa coronata e la scritta Repvbblica Italiana sul dritto, il dio Vulcano nudo che batte il metallo sull’incudine sul rovescio, sono molto rare (prodotte circa 800mila esemplari) arrivano a valere anche duemila euro.

Le 100 lire del 1955, se conservate ottimamente, possono raggiungere più di mille euro. Quasi quanto le 200 lire del 1977, a fare la differenza di prezzo è la scritta “prova” sulla moneta.

Per tutte le lire, fondamentale è il fior di conio, termine usato per classificare le monete, soprattutto quelle contemporanee, ai fini di collezionismo. Il FDC indica il grado più elevato della loro conservazione, non presenta segni di circolazione e può al massimo presentare limitati segni di contatto con altre monete dovuti al processo produttivo. La caccia al tesoretto ora può iniziare.

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