Registrare le chiamate ora sarà più complesso: Android mette un freno

A riguardo si vociferava già da tempo ed ora la conferma pare esser in arrivo: Google presto potrebbe decidere di rimuovere dal Play Store tutte le app di terze parti che consentono le registrazioni delle chiamate vocali. Scopriamo i dettagli.

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L’11 Maggio prossimo Google potrebbe rimuovere dal Play Store le app che consentono la registrazione delle telefonate – ComputerMagazine.it

La data fatidica potrebbe essere l’11 Maggio 2022: a partire da quel giorno, le app di terze parti che hanno integrato la funzione di registrazione delle telefonate potrebbero essere rimosse dal Play Store.

Terze parti, proprio così: perché ai produttori di smartphone non dovrebbe toccare in sorte lo stesso obbligo di rimuovere la funzione che, è bene sottolineare, fornisce anche la stessa app telefono di Google. A costoro rimarrebbe chiaramente l’onere di assicurare che la funzione rispetti appieno le norme vigenti nei diversi Paesi in cui le app sono distribuite ed operanti.

La funzionalità di registrare chiamate, infatti, in molti Paesi è illegale ed in altri è rigidamente soggetta a restrizioni, limitazioni e condizioni specifiche, come ad esempio l’obbligo che l’interlocutore sia al corrente della registrazione in corso e che la acconsenta esplicitamente.

Le conseguenze per le app che non osserveranno il nuovo provvedimento

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Non è ancora stato ufficializzato da Google il metodo di penalizzazione per le app che non dovessero rispettare il provvedimento – ComputerMagazine.it

L’adeguamento delle policy di Google non giunge come un fulmine a ciel sereno: da tempo tra gli sviluppatori era aumentata la consapevolezza che il divieto sarebbe giunto e già da anni Google aveva rimosso l’API ufficiale per implementare la funzione.

Inoltre, soprattutto per porre freno ai developer che continuavano ad inserire la funzione bypassando l’API ufficiale, con la release di Android 10 la società di Mountain View aveva deciso di inibire il microfono proprio per bloccare la possibilità dalla “radice”. Tuttavia i “workaround” non sono cessati e dunque, come sembra, è giunta la decisione definitiva.

Se il provvedimento verrà effettivamente adottato, ancora non è chiaro quali potranno essere le eventuali penalità a cui potrebbero andare incontro le app che non lo osserveranno. L’ipotesi prevalente è che verranno rimosse dal Play Store, ma Google non ha ancora confermato né smentito a riguardo.

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