Droni che imitano le vespe e construiscono come muratori: adesso nessuna zona è preclusa alla nuova edilizia

Un team di ricercatori dell’Imperial College di Londra ha programmato droni con il compito specifico di applicare tecniche di costruzione edilizia sul modello delle vespe. Le strutture in 3D potranno essere fabbricate in zone remote e pericolose della Terra, su cui installare cantieri canonici é praticamente impossibile. Scopriamo i dettagli.

Ricerca BuilDrones Imperial College Nature ComputerMagazine.it 24 Settembre 2022
Una struttura in 3D costruita dai droni-vespa – ComputerMagazine.it

I risultati della ricerca sono stati pubblicati anche sulla prestigiosa rivista Nature e derivano dallo studio del team di ricerca e sviluppo diretto dal dottor Mirko Kovac dell’Imperial College di Londra su droni e vespe. 

A molti il binomio potrebbe sembrare un’accoppiata improbabile, ma in realtà si è trattato dell’ambizioso progetto di programmare i droni replicando le abilità in ambito costruttivo delle vespe: una sorta di imitazione, in altre parole, che fosse il più possibile fedele alla maestria degli insetti imenotteri nel comporre nidi e vespai.

I droni, dunque, sono stati “allenati” alla costruzione edile, da realizzare tramite la tecnologia di stampa 3D, ottimizando il più possibile una delle criticità più significative dell’intero processo, ovvero la stabilità del volo necessaria a garantire la massima precisione possibile durante tutte le fasi di costruzione.

I BuilDrones e gli ScanDrones: i modelli di droni costruiti dal team

BuilDrones Imperial College Nature ComputerMagazine.it 24 Settembre 2022
Un BuilDrone ed uno ScanDrone al lavoro – ComputerMagazine.it

Per riuscire a raggiungere il risultato sperato, i ricercatori hanno sviluppato due tipologie di droni con compiti differenti e complementari: i BuilDrones, carattezzati da un sistema ingegneristico in grado di garantire maggior stabilità, e gli ScanDrones, con il ruolo di supervisori dell’operato dei “colleghi”.

Ed il team ha agito con successo, raggiungendo un margine di errore inferiore ai cinque millimetri per strutture alte, per il momento, fino a un massimo di due metri. E lo studio prosegue per rilevare i molteplici ambiti di applicazione della nuova tecnologia che, oltre al settore dell’edilizia, potrebbe essere adottata in numerose altre branche della Scienza, tra cui l’Archeologia e la Paleoantropologia.

Per approfondire lo studio del dottor Kovac e del team di ricerca dell’Imperial College di Londra, ecco il link della pubblicazione sulla rivista online di Nature.

 

? FONTE: tech.everyeye.it

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