Telegram, diffusione illegale di giornali e serie tv: scatta il maxi sequestro in Italia

C’è un nuovo, ennesimo sequestro di canali Telegram, contenenti media piratati. Nel dettaglio, la Guardia di Finanza di Roma ha messo i sigilli a più di cinquecento canali illeciti aperti sulla nota app di messaggistica, per l’esattezza ben 545.

Telegram, 9/10/2022 - Computermagazine.it
Telegram, 9/10/2022 – Computermagazine.it

Ai gruppi erano iscritti circa 430mila persone, e il ban dei canali lo si deve “per la diffusione abusiva di opere dell’ingegno”. Nel contempo sono state effettuate delle perquisizioni in varie regioni d’Italia, fra Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Campania, più precisamente nei confronti di 8 persone “gravemente indiziate” di essere gli amministratori degli stessi 545 gruppi di cui sopra. Le Fiamme Gialle, come ricorda Hdblog, sono da tempo impegnate nella lotta alla pirateria via internet, ed in particolare via Telegram, e più volte in passato vi abbiamo riportato di notizie inerenti la chiusura di canali che diffondevano ad esempio i vari quotidiani del giorno, ma anche musica, film e serie tv, contenuti che ovviamente attraggono migliaia di persone in tutto il mondo. In questo caso tutto è nato da una segnalazione proveniente dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia, che aveva appunto denunciato la presenza di alcuni canali via social network che diffondevano quotidiani e riviste senza averne il permesso.

Telegram, 9/10/2022 - Computermagazine.it
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Ne è nata un’indagine da parte del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, che ha in seguito identificato una rete illegale di dimensioni enormi, in cui gli utenti si scambiavano di tutto e di più. L’iscrizione ai vari canali era gratuita ma gli amministratori degli stessi erano riusciti ad ottenere un vantaggio economico attraverso affiliazioni via link a siti di e-commerce, nonché a sponsorizzazioni con banner pubblicitari che comparivano negli stessi gruppi. Federico Bagnoli Rossi, presidente FAPAV, parla di “fenomeno sommerso dalle dimensioni importanti con conseguenze determinanti per il futuro dell’industria dei contenuti culturali”, con danni calcolati in 1.7 miliardi di euro e 9.400 posti di lavoro a rischio. “É fondamentale non abbassare la guardia – aggiunge e conclude – e l’auspicio è che il nuovo Parlamento possa riprendere quanto prima il processo avviato dalla precedente legislatura in merito alla nuova legge antipirateria”.

? FONTE: hdblog.it

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