Intelligenza Artificiale in Italia: al via lo sprint per recuperare terreno. Le nuove strategie

Tempo fa Elon Musk ha twittato: «Dobbiamo essere super attenti all’intelligenza artificiale. Potenzialmente più pericolosa del nucleare». Un’opinione che probabilmente è condivisa anche dal Governo italiano, a giudicare dai ritardi con cui l’intelligenza artificiale è stata presa in considerazione per un utilizzo nella pratica quotidiana.

Intelligenza Artificiale (Adobe Stock)
Intelligenza Artificiale (Adobe Stock)

Nei giorni scorsi, comunque, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il “Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale (I) 2022-2024”. Il documento è frutto di un lavoro congiunto dal Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.

Nel documento, sono stati presentati e descritti gli obiettivi che il governo dovrebbe porsi in termini di “to-do list” ed i finanziamenti che potrebbero aiutare il settore (ancora in fase embrionale) dell’Intelligenza Artificiale. Tra questi ultimi, sono stati menzionati anche i miliardi del PNRR, Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.

Intelligenza Artificiale, l’Italia è in ritardo sugli altri Governi

Intelligenza Artificiale (Adobe Stock)
Intelligenza Artificiale (Adobe Stock)

Sono giusto due gli anni di “ritardo” del Governo italiano rispetto ad altri Paesi come la Francia o la Germania, che già da tempo sono impegnati nell’adozione di sistemi dotati di Intelligenza Artificiale. Ma se finora non era stato così, adesso anche il nostro Governo ritiene il settore dell’AI strategico: finalmente nel 2020 sono stati presi i primi impegni concreti, anche se i finanziamenti iniziali non sono stati molto ingenti.

Nel 2020 il mercato privato dell’Intelligenza Artificiale in Italia ha raggiunto un valore di 300 milioni di euro, con un aumento del 15% rispetto al 2019 ma pari a circa solamente il 3% del mercato europeo, nettamente inferiore rispetto al peso italiano sul PIL europeo (ca. 12%). All’interno del mercato italiano, un controvalore di 230 milioni di euro (77%) è fornito ad aziende italiane, mentre i restanti 70 milioni di euro (23%) sono esportati verso aziende estere

Questo è quanto si legge nel nuovo piano, come riporta anche l’autorevole sito de La Repubblica, evidenziando che l’Italia è comunque indietro si tutti i fronti rispetto ai principali Paesi europei. Per far sì che si torni in pari con tutti i Paesi europei, le principali azioni che si dovrebbero mettere in pratica prevedono anche un aumento del numero di ricercatori e dottorati di ricerca, il rinforzo delle competenze dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione con nuovi corsi dedicati, e il lancio di bandi di ricerca per collaborazioni pubblico-private.

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Inoltre si auspica il potenziamento dei voucher e dei crediti d’imposta alle aziende, per permettere loro di assumere professionisti adatti a questo tipo di lavoro, ed anche di investire in software e hardware dedicati all’intelligenza artificiale. Inoltre si prevede un maggior sostegno di startup a tema, anche con una serie di bandi periodicamente pubblicati.

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Il tutto, grazie ai finanziamenti del Pnrr, anche se non si sa anche in quale misura il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza contribuirà a questo tipo di attività.

 

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