La nuova teoria del “sole gemello”, ovvero il killer dei dinosauri prima della distruzione

Sta serpeggiando negli ultimi giorni una nuova interessante teoria riguardante il nostro pianeta, la Terra, e l’estinzione dei dinosauri. In poche parole, i “mostruosi” animali non sarebbero spariti a causa di una glaciazione, di un asteroide o di un’esplosione, ma per via della presenza di un secondo sole.

Sole killer, 13/12/2021 - Computermagazine.it
Sole killer, 13/12/2021 – Computermagazine.it

Oltre alla stella che ci riscalda, nell’antichità vi era forse anche un secondo sole “killer”, che avrebbe appunto sterminato tutti i dinosauri. Tale teoria interessante è stata riportata nelle scorse ore dal portale di Esquire, e si basa sulla tesi che ogni astro ha un fratello alla nascita, di conseguenza, lo stesso dovrebbe valere anche per il nostro sole, stando ad alcuni scienziati.

Sole killer, 13/12/2021 - Computermagazine.it
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UN SOLE GEMELLO AVREBBE CAUSATO L’ESTINZIONE DEI DINOSAURI

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L’astronomo dell’università di Berkeley, Steven Stahler, ha detto a riguardo: “Abbiamo eseguito una serie di modelli statistici per vedere se potevamo spiegare le popolazioni relative di giovani stelle singole e binarie di tutte le separazioni nella nube molecolare di Perseus, e l’unico modello in grado di riprodurre i dati era quello in cui tutte le stelle si formano inizialmente come binari larghi”. E ancora: “Il nostro lavoro è un passo avanti nella comprensione sia di come si formano i binari sia anche del ruolo che i binari giocano nella prima evoluzione stellare”. Secondo tale ipotesi il sole gemello sarebbe in seguito scomparso, ma non è da escludere che potrebbe tornare a farci visita, e ciò coinciderebbe con il ciclo di estinzioni che è avvenuto sul pianeta ogni 27 milioni di anni, compreso proprio quello dei dinosauri. Il nostro Sole avrebbe preso tutta l’energia, mentre il suo doppione sarebbe una cosiddetta nana bruna molto più debole. Si tratta quindi di una sorta di storia molto simile a quella del gemello cattivo o sfortunato, che per ribellarsi per la scarsa considerazione si è vendicato, facendo disastri.

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Ma come hanno fatto i ricercatori a ipotizzare questa teoria? Le onde radio provenienti da un denso “bozzolo” di polvere che si trova a circa 600 anni luce di distanza dal nostro pianeta, sono state mappare dai ricercatori attraverso un’indagine chiamata VANDAM, acronimo di VLA nascent disk and multiplicity survey. “La chiave qui è che nessuno ha guardato prima in modo sistematico alla relazione tra le vere giovani stelle e le nuvole che le generano – ha aggiunto ancora Steven Stahler, che poi ha precisato: “Il nostro lavoro è un passo avanti nella comprensione sia di come si formano i binari sia anche del ruolo che i binari giocano nella prima evoluzione stellare. Ora crediamo che la maggior parte delle stelle, che sono abbastanza simili al nostro sole, si formino come binari. Penso che abbiamo le prove più forti fino ad oggi per una tale affermazione”.

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