Trump bandisce WeChat Pay e altre app Made in China

Trump bandisce WeChat Pay e inasprisce la War Trade Usa-Cina a pochi giorni dall’insediamento alla Casa Bianca del neo presidente Joe Biden. Il Dipartimento del Commercio promette massima tempestività nell’attuazione del provvedimento.

Donald Trump WeChat Pay
Trump Bandisce WeChat Pay (Pixabay.com)

In cauda venenum. A due settimane esatte dall’insediamento alla Casa Bianca di Joe Biden, il presidente uscente Donald Trump tira un altro colpo alle travagliatissime relazioni commerciali esistenti tra USA e Cina. I rapporti tra le due superpotenze dell’economia globale sono tesi da anni e la presidenza Trump non ha fatto che peggiorare esponenzialmente la situazione, dando vita a una trade war che ha un effetto negativo sui mercati di tutto il mondo.

Come sappiamo bene, Trump lascia la presidenza tra le mille polemiche legate alle mai confermate accuse di brogli elettorali, ma non perde occasione per velocizzare alcuni provvedimenti contro delle aziende cinesi che aveva già annunciato nei mesi scorsi: messi al bando i pagamenti internazionali tramite le app WeChat Pay, AliPay, Tencent’s QQ Messenger e QQ Wallet. Nel provvedimento vengono incluse anche applicazione di diverso stampo, come WPS Office, CamScanner, VMate e SHAREit che nulla hanno a che fare con il settore del money transfer.

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Trump contro WeChat Pay e altre app cinesi: vediamo cosa può accadere entro il 20 gennaio

Usa-China WeChat Pay
Tensione costante nelle relazioni Usa-Cina (Pixabay,com)

L’ennesima battaglia commerciale contro la Cina non può non richiamare alla mente l’infinita diatriba con TikTok. Alla base del braccio di ferro, le preoccupazioni di Trump per la sicurezza  interna e la privacy dei cittadini statunitensi. Il Dipartimento del Commercio ha già promesso il proprio appoggio a Trump, assicurando che nonostante i 45 giorni a disposizione per rendere esecutivo il ban, si impegnerà affinché l’entrata in vigore avvenga entro il 20 gennaio, giorno in cui Joe Biden presterà giuramento come nuovo presidente degli Stati Uniti.

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Insomma, non accenna a scendere la tensione sul panorama politico degli USA. Che queste app possano essere o no strumento di spionaggio da parte del governo della Repubblica Popolare non è dato sapere. Di certo, c’è il fatto che in passato diversi tribunali americani hanno respinto due volte i ban ai danni di WeChat, difendendo il diritto dei cittadini sino-americani a comunicare con il proprio paese di origine e le loro famiglie di provenienza. Vedremo cosa penseranno i giudici a proposito delle app che permettono il flusso dei capitali verso la Cina. E soprattutto siamo ansiosi di capire come l’amministrazione Biden affronterà la questione della guerra delle tariffe con la Cina. Chissà se i due paesi resteranno arcirivali o se troveranno un modo di allargare i profitti a vantaggio del bene collettivo.

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