Canone RAI: possibile tassare anche smartphone e tablet, molti già nel panico

Attenzione, attenzione, il canone Rai, l’annosa tassa televisiva che paghiamo ogni anno, al momento nella bolletta della corrente elettrica, potrebbe essere esteso anche ad altri dispositivi elettronici, come gli smartphone e i tablet.

Canone Rai anche su smartphone?
Canone Rai anche su smartphone? Le ultime

E’ questa la proposta delle scorse ore di Carlo Fuortes, amministratore delegato delle televisione pubblica, che ha spiegato che negli ultimi anni la Rai ha visto un calo drastico delle entrate per un crollo quantificabile in ben 700 milioni di euro.

Canone speciale RAI
Canone RAI

CANONE RAI APPLICATO A SMARTPHONE E TABLET? ECCO L’ULTIMA PROPOSTA

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Per contrastare tale perdita esagerata, Carlo Fuortes, di fronte alla commissione vigilanza Rai, ha suggerito alcune proposte, fra cui anche quella, di cui sopra e che prevede una tassa su smartphone e tablet, sui dispositivi mobile insomma: “Suggeriamo un ampliamento del perimetro di applicazione del canone – le parole dell’ad di casa Rai – ai device multimediali, quindi prevedendo che debba essere pagato anche da chi non possiede una TV ma utilizza smartphone e tablet”. Qualcuno è già in allarme ma non si tratterebbe di un’anomalia in quanto il canone rai, come viene specificato, è “un’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive”, di conseguenza anche gli smartphone rientrano in questa categoria, visto che ormai la tv via web e app varie è una realtà più che concreta. Sono molti infatti coloro che guardano la Rai attraverso il proprio personal computer o smartphone/tablet, pur non avendo una televisione, e aggirando così il canone.

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Le reazioni alla proposta non si sono fatte attendere, come ad esempio quelle dei senatori leghisti in Vigilanza, Maria Bergesio, Umberto Fusco e Simona Pergreffi, che hanno respinto “ogni benché minima ipotesi di aumento del canone Rai e di far pagare una quota anche per i dispositivi che sono in grado di trasmettere i canali della tv pubblica. Ci saremmo aspettati un piano per la razionalizzazione delle spese ed il risanamento del bilancio aziendale che fosse rivolto ad esempio alla vendita degli immobili inutilizzati e ad una seria politica di valorizzazione delle risorse umane”. Simile il pensiero del capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione cultura alla Camera, Federico Mollicone. “Ci preoccupa – le sue parole – la reale capacità gestionale di Fuortes che, a oggi, è stato solo a capo di istituzioni culturali con poche centinaia di dipendenti. La Rai è la principale aziende culturale nazionale, va tutelata e difesa ma non a scapito di altri comparti strategici nazionali come l’editoria cartacea e radiotelevisiva”. Difficile che tale tassa troverà mai applicazione ma…

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