La nuova personalizzazione del lockscreen dei dispositivi iOS ed Android è da molti considerata una potenziale miniera d’oro. Perché? Perché garantirebbe la diffusione di contenuti pubblicitari pagati a peso d’oro. Scopriamo i dettagli.
A quanto ne sappiamo, in questo momento una delle partite più importanti in ambito di distribuzione di contenuti pubblicitari si sta disputando tutta lì: nel lockscreen dei nostri dispositivi mobili.
Ed è una startup indiana a spingere l’acceleratore con maggior “foga” per raggiungere l’obiettivo del suo controllo, chiamata “Glance”, fondata nel 2019 a Bangalore in India, parte del gruppo multinazionale tech indiano inMobi e rappresentata dal CEO Naveen Tewari.
La startup è specializzata proprio in distribuzione di pubblicità per dispositivi mobili e, dopo aver di recente effettuato un’indagine su un campione di utenti della mole di 200 milioni di persone dell’India e del Sud-Est asiatico, ha rilevato che ben il 90% di essi interagisce con i contenuti presenti nella schermata di blocco in maniera assidua. Ed ecco quindi l’idea di sfruttare quanto prima ed al meglio possibile le opportunità derivanti dal settore.
Le strategie di sviluppo e di espansione di Glance
Dunque sempre più consumatori di contenuti tramite lockscreen, con iOS ed Android predisposti (o in procinto di esserlo) a diffonderne sempre di più. E così Glance, sostenuta anche dalla stessa Google, mira a rendere il blocco schermo sempre più interattivo, attraverso l’inclusione “at a glance” – appunto – di ordini di acquisto, giochi, notizie e, ça va sans dire, promozioni pubblicitarie.
L’obiettivo, inoltre, è di aumentare l’area di business al mercato statunitense, estendendo le partnerships e collaborazioni già in essere con Samsung, Oppo, Motorola Vivo e Xiaomi anche ad operatori di rete mobile e produttori di dispositivi mobili nell’area occidentale, come Apple.
Al momento, la app di Glance è integrata e pre-installata in oltre 400 milioni di dispositivi mobili del mercato asiatico e le iniziative promozionali della startup per rendere la funzione sempre più diffusa continuano ad aumentare, seppur non senza qualche sporadico imbarazzo: alcuni commenti in rete, infatti, hanno criticato problemi con il software, come la difficoltà di disinstallare l’applicazione ed il rischio di una pubblicità troppo presente ed invasiva.
FONTE: www.repubblica.it